SENIGALLIA - Il problema che sento più attuale è la quarta parete, la maschera sociale che ciascuno indossa nella vita quotidiana e quanto essa pesi nella vita...
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Da quando esiste il teatro è esistito in concetto di un muro immaginario, attraverso il quale il pubblico osserva l’azione rappresentata dall’opera. Ariele si spinge nella vita quotidiana e dice: «Per me la quarta parete esiste ogni volta che due persone stanno dialogando. È il confine tra il personaggio sociale che ognuno impersona e appartiene al mondo della finzione per un pubblico, che, nella nostra testa, è rappresentato dall’interlocutore». È un concetto di grande attualità in mondo in cui tutte le mediazioni vengono saltate e tutti si rivolgono direttamente al maggior numero di persone possibile. Torna sotto forme grottesche il concetto usato ampiamente nel teatro dell’assurdo da autori come Eugène Ionesco. Morpurgo sottolinea che è proprio al grottesco che vuole arrivare. «Voglio girare questo film in realtà più ristrette rispetto alle grandi metropoli, perchè nelle grandi città o negli ambienti internazionali, l’anonimato o l’indifferenza ti permettono di togliere ogni tanto la maschera, e di uscire dal personaggio ufficiale della tua vita».
«Abbiamo appena terminato - aggiunge - la fase di pre produzione che ci ha messo a dura prova: i soldi da trovare sembravano non bastare mai, ma ora abbiamo coperto il budget per noi difficile, ma raggiunto. Siamo nell’ordine delle migliaia di euro e non arriviamo alle decine di migliaia. È già un buon risultato considerando che tutta la produzione coinvolge trecento persone, comprese le comparse. Gli attori recitanti titolari delle scene saranno in tutto 18». I due protagonisti saranno interpretati da Edoardo Cimarelli e Giulio Belogi. Un cast interamente compreso fra i venti e i trent’anni, al quale si aggiunge l’esperienza degli attori della compagnia teatrale Nuovo Melograno di Senigallia.
«Abbiamo iniziato il lavoro - sottolinea Morpurgo - nel Sound Park, uno studio di registrazione che si trova a Marina di Montemarciano. Per ora abbiamo registrato le “voice over”, a breve ci sarà il primo ciak». La sceneggiatura è opera di Ariele Morpurgo con la collaborazione di Lorenzo Pianelli e narra la storia di Zeno ed Ennio, due giovani poliziotti da poco arruolati. Incaricati da Nina, ufficiale capo, di indagare a proposito della scomparsa di un concittadino, i due giovani poliziotti si troveranno faccia a faccia non solo con il loro passato, ma anche con il loro presente e futuro. Il film vuole svelare al pubblico, il meccanismo per cui l’interlocutore recita sempre. Occorre riconoscere attivamente che i personaggi non sono reali ma sceneggiati - è la sfida investigativa di Ariele - un tacito sostegno a chi ogni giorno lotta per affermare i propri diritti, a chi ogni giorno vorrebbe avere il coraggio di essere se stesso, ma, ancor prima, deve trovare se stesso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico