Human nature, tributo all'indimenticabile Michael Jackson in scena alla Fenice di Senigallia

Human nature, tributo a Michael Jackson in scena alla Fenice di Senigallia
SENIGALLIA - “Human nature – A tribute to Michael Jackson”, lo spettacolo ideato da Alessandro Sabbatini di Angeli di Rosora (oggi vive a Senigallia) con...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SENIGALLIA - “Human nature – A tribute to Michael Jackson”, lo spettacolo ideato da Alessandro Sabbatini di Angeli di Rosora (oggi vive a Senigallia) con l’amico Stefano Mainardi, riparte da dove ha cominciato nel 2014. Lo spettacolo, con un allestimento più grande, torna in scena oggi, venerdì 12 maggio, alle ore 21 al Teatro La Fenice di Senigallia (info: 0717930842). 

 

Le origini


«La cosa bella – racconta Sabbatini – è che questo show è iniziato al contrario. Fui ospite di Jonathan Moffet, batterista di Michael Jackson, che mi disse “Perchè non gli fai un tributo”? Tutto è nato da lì, e tutti i tributi al grande artista scomparso sono nati da esperti di ballo o vocalist, ma che sanno poco di Jackson». Al ritorno in Italia, il batterista ha conosciuto Mainardi che era fan di Jackson e i due hanno deciso poi di provare a creare qualcosa. «Sono quindi tornato negli Usa – prosegue il batterista marchigiano – ho mostrato a Moffet cosa avevamo fatto fino a quel momento e lui ci ha ispirato. Quindi l’incontro con Greg Phillinganes, tastierista e produttore di palco di Michael, con il quale abbiamo impostato i suoni». Prima la ricerca di tastiere originali, poi emulatori che permettono di uguagliare i suoni dell’epoca.

«Abbiamo iniziato così – prosegue - e dopo 10 anni ancora stiamo aggiungendo dettagli». Soprattutto negli ultimi tempi, con l’amicizia di LaVelle Smith junior, per trent’anni coreografo dell’artista scomparso nel 2009. «Lui – dice Sabbatini – ci racconta di Michael, di come a volte lo chiamava nel pieno della notte per un’idea che voleva iniziare a sviluppare. Era un artista poliedrico e come faceva anche Jackson, noi se abbiamo un’idea, la portiamo subito avanti». Fino al nuovo frontman, Miguel Concha, sosia noto in tutto il mondo. 


I ricordi 


Parlare dello spettacolo porta Sabbatini a sfogliare l’album dei ricordi. «Ho visto Micheal Jackson tre volte – racconta – la prima, da bambino, a Wembley, l’ho visto passare tra un mare di gente, a una distanza di 10 metri, poi altre volte in concerto». L’artista, scomparso poco meno di 14 anni fa, manca al grande pubblico di tutto il mondo. «Manca tanto – precisa Sabbatini – lui era un rivoluzionario, fin dagli anni ‘70, nessuno faceva come lui, era un ricercatore, un innovatore, al mondo manca». E con questo spettacolo il gruppo punta a farlo ricordare, a far emozionare il pubblico che lo ascolta, e che vede uno show in cui è ricreata l’illusione di rivedere Michael Jackson sul palco.

«Ci hanno riconosciuto – dice il batterista marchigiano – tramite una produzione e la madre di Michael Jackson ci disse una volta che il nostro era il miglior tributo all’artista. È stata una grande soddisfazione. La stessa cosa poi l’ha detta anche LaVelle, che non vede l’ora di far parte dello spettacolo». Questo show ha debuttato proprio a Senigallia nel 2014 e, dopo un’altra data, «non siamo più stati nelle Marche. Ora ripartiamo con questo spettacolo, più grande, con questa prima data del nuovo allestimento, per il quale devo anche ringraziare Alhena Entertainment, perché siamo l’unica tribute band che seguono. Abbiamo a disposizione quello che serve per portare avanti questo tributo». 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico