SANT'ELPIDIO A MARE - La storia, l’arte, e la cultura, anche calzaturiera, di Sant’Elpidio a Mare, sono nel museo della città che si trova lungo corso...
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SANT'ELPIDIO A MARE - La storia, l’arte, e la cultura, anche calzaturiera, di Sant’Elpidio a Mare, sono nel museo della città che si trova lungo corso Bacci. All’interno ci sono la pinacoteca, che conserva opere di Vittore Crivelli, alcuni oggetti di arte sacra e anche il museo della calzatura, intitolato al cavalier Vincenzo Andolfi. Quest’ultimo, cittadino di Sant’Elpidio a Mare che nella vita faceva tutt’altro, donò al Comune la sua collezione di calzature (anche dal mondo), con cui fu istituito il museo.
Sicuramente la stanza più bella della pinacoteca è quella con le tre opere di Vittore Crivelli. L’opera più importante è il polittico che l’artista veneziano realizzò negli anni ‘80 del Quattrocento. In stile tardo gotico, al centro vi è raffigurata l’incoronazione della Vergine, ai lati si trovano i santi cari all’iconografia francescana: San Bonaventura da Bagnoregio, che sotto un piviale indossa il saio; San Giovanni Battista, raffigurato nel deserto; San Francesco, che riceve le stimmate; San Ludovico da Tolosa, anche lui dipinto con il saio sotto un piviale. Sopra la Vergine, al centro sono raffigurati il Cristo morto, la Vergine addolorata e San Giovanni Evangelista. I santi a sinistra sono Sant’Antonio da Padova e Sant’Elpidio, a destra vi sono Santa Maria Maddalena e San Bernardino da Siena. In basso, l’ordine inferiore riporta scene della vita del Battista. Meno imponente, ma ugualmente suggestivo, è il trittico che Vittore Crivelli realizzò tra il 1490 e il 1495. Al centro si vede Maria che fa visita a Elisabetta, a sinistra San Giovanni Battista, a destra San Francesco, mentre nel pannello superiore c’è la Crocifissione. Spicca anche una piccola tavola, forse parte di un polittico smembrato, raffigurante un francescano.
Non solo Vittore Crivelli. Perchè dopo aver visitato i suoi straordinari capolavori, si può ammirare anche un’opera, la pala dell’Assunzione della Vergine, data 1564 e firmata da Girolamo Dente detto il Tizianello, perché allievo di Tiziano. Nella pinacoteca sono poi custodite anche altre opere, capolavori di Vincenzo Milioni, che ha ritratto anche un prelato, ma soprattutto vi sono ritratti di papi, o marchigiani o che hanno avuto un importante impatto sulle Marche. Tra questi i quadri raffiguranti Sisto V Picenus, Clemente XIV Picenus, che avviò la ricostruzione di Servigliano, Niccolò IV, Alessandro V, Sisto IV.
Nella stessa sala ci sono argenterie che provengono dal palazzo Comunale, tra cui le chiavi della città, l’orologio, set da scrittura e una lampada ad olio dalla forma particolare che riflette tutto ciò che si trova nella stanza.
Corriere Adriatico