“Discobunker” di Mereu e Bianchetti, sessanta minuti per raccontare la storia di un uomo solo che sopravvive affidandosi ai propri impulsi

Una scena dello spettacolo
SAN COSTANZO - Sessanta minuti per raccontare la storia di un essere umano che da solo in un bunker sopravvive affidandosi ai propri impulsi, in un mondo apocalittico distrutto...

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SAN COSTANZO - Sessanta minuti per raccontare la storia di un essere umano che da solo in un bunker sopravvive affidandosi ai propri impulsi, in un mondo apocalittico distrutto dalle forze della natura che hanno preso il sopravvento: stiamo parlando di “Discobunker” di Stefano Mereu e Marianna Bianchetti per la compagnia Centripeta, vincitore del festival Voci dell’anima 2020 di Rimini, in scena questa sera al Teatro della Concordia di San Costanzo (ore 21.15), nell’ambito della rassegna multidisciplinare TeatrOltre.

 


Il protagonista dello spettacolo, conoscendo bene il senso di inadeguatezza a cui la società lo aveva costretto chiedendogli di rispondere a parametri di normalità ed escludendo la sua unicità, nel suo bunker vive la sua libertà in una claustrofobia di emozioni e ricordi. “Discobunker” racconta, dunque, la necessità di rimanere in contatto con i nostri desideri e le nostre passioni affinché questi ci tengano in vita consentendoci di essere presenti a noi stessi. «La situazione globale, a livello politico, sociale ed ambientale è in declino, è insostenibile sotto tutti i punti di vista. La condizione individuale non è da meno, viviamo tutti costantemente nel disagio – si legge nelle note della compagnia -, ci sentiamo in vari modi inadatti o veniamo considerati tali da quella stessa società che costituiamo, che ci impone parametri di “normalità” e condanna la ricchezza dell’unicità. Ci chiediamo provocatoriamente quanto non sia più giusto ambire all’estinzione, non più esorcizzarla ma desiderarla, per il bene del pianeta che ci accoglie e che ha diritto di sopravvivere alla nostra ingordigia. 


«Chiudiamo porti - continua -, costruiamo muri, abbandoniamo plastica e persone in mare, lasciamo che durino conflitti risolvibili e tutto questo non basta a stimolare azioni concrete. Siamo tutti sempre connessi, informati ma assuefatti all’orrore. Preferiamo sedarci accumulando e illudendoci che non ci riguardi. Non siamo vivi, sopravviviamo ignorando il confine col punto di non ritorno. Discobunker racconta la necessità, oggi più che mai, di fare quello che serve per essere presenti a noi stessi. Ogni momento è sempre quello giusto per scegliere di essere vivi». Biglietetria Teatro della Concordia (0721950124) oggi dalle ore 19.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico