“Fratelli”, sul palco di San Benedetto va in scena la tragedia dei Peci. L’attore e autore Ripani: «Gli anni di piombo e il terrorismo islamico sfondo della vicenda umana»

Un momento dello spettacolo
SAN BENEDETTO - Se l’ultimo kolossal - Don’t look up - parla di una cometa che annienta la terra per evocare la pandemia, Edoardo Ripani in “Fratelli” si...

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SAN BENEDETTO - Se l’ultimo kolossal - Don’t look up - parla di una cometa che annienta la terra per evocare la pandemia, Edoardo Ripani in “Fratelli” si ispira a Eschilo per raccontare una tragedia vera, quella dei Peci, Patrizio, il terrorista, e la vittima Roberto che ne pagò il pentimento: una delle pagine più tristi degli Anni di piombo. L’opera, promossa da Comune, Amat, Bim e ministero della Cultura fuori abbonamento inaugura la stagione del teatro Concordia di San Benedetto oggi alle ore 20,45. Il regista, affermato in Belgio, offre uno spettacolo che obbliga non solo San Benedetto a fare i conti con il proprio passato ma racconta una vicenda umana e collettiva.

 


«L’idea nasce nel 2015 - spiega l’attore e regista -, durante il 2° anno di formazione in regia teatrale al Royal Institut for Theatre Cinema and Sound di Bruxelles: pochi giorni dopo aver cominciato a lavorare sullo spettacolo ci furono gli attentati di Parigi, così a Bruxelles finimmo in lockdown per terrorismo». Nel primo studio dello spettacolo Ripani ha ripercorso il clima degli anni di piombo in Italia e a San Benedetto attraverso quanto stava accadendo proprio sotto i suoi occhi nella capitale d’Europa. «Nel 2016 lo studio divenne monologo grazie al sostegno della Comunità Fiamminga». Lo spettacolo è stato presentato con successo al festival al Cement di Den Bosch. Poi nel 2020 la svolta: «Presentare un nuovo spettacolo nel 2021, a quarant’anni di distanza dalla maledetta estate del rapimento e dell’omicidio del povero Roberto».

L’idea drammaturgica fondamentale è stata trasformare la pièce in una sorta di tragedia greca, attraverso l’introduzione dell’elemento del “Coro delle Sambenedettesi” che commenta gli episodi narrati dal protagonista in scena. «L’intera impalcatura drammaturgica - nota Ripani - segue la struttura di un’antica tragedia greca, poiché questa storia è una tragedia italiana contemporanea, in cui si mescolano potere, rapporti familiari e orribili misfatti, come nel “Ciclo Tebano”. 


Sono presenti elementi testuali dall’“Antigone” di Brecht, dalla “Tebaide” di Stazio e, appunto, da “I Sette contro Tebe” di Eschilo. Da qui l’aggiunta del sottotitolo “Qual doglia incombe sulla mia città?” che il coro pronuncia nella tragedia». Le 10 interpreti del coro, non professioniste, sono: Alessandra Desideri, Silvia Egidi, Anna Maria Falcioni, Rosanna Fasola, Rosanna Listrani, Irma Marconi Sciarroni, Chiarastella Mastrostefano, Simonetta Olivieri, Micaela Santini e Daniela Santoni. Info tel. 0735/794438, prenotazioni su vivaticket.com.

 

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Corriere Adriatico