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ROMA - A Roma, nella prestigiosa cornice del Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, sede del Pio Sodalizio dei Piceni, si è inaugurata la mostra “La vita dipinta di Franco Fontanella”, per i 50 anni di attività di questo “artigiano dell’arte” marchigiano. Promossa dalla Regione Marche, con il patrocinio del Ministero della Cultura, l’antologica ricostruisce la vicenda espressiva dell’artista. Nato a Osimo nel 1954, ha perseguito tenacemente, da autodidatta dotato e curioso, la conquista della tecnica pittorica, su tela e ad affresco, in controtendenza rispetto alle mode e alle correnti.
Affascinato dall’arte rinascimentale, ha affiancato, alla riproduzione fedele dei capolavori del passato e alla pittura murale, la ricerca figurativa, che lo ha portato a un’interessante produzione di carattere iperrealista: nature morte e paesaggi marchigiani, con particolare predilezione per le vedute della Riviera del Conero. Scrive di lui Stefano Papetti, direttore dei Musei civici di Ascoli Piceno, che nella curatela della mostra è stato affiancato da Gino Troli, Vittorio Sgarbi e Francesco De Melis: «Franco Fontanella, che un’innata passione ha spinto a dipingere fin da adolescente, è un caso atipico nel contesto artistico del XXI secolo, per la qualità tecnica, che i suoi dipinti esprimono a livello altissimo. In un’epoca in cui gli aspetti tecnici del fare artistico vengono spesso sottovalutati, Fontanella riafferma che non è possibile trasmettere emozioni se non si conoscono i mezzi attraverso i quali esprimerle. Insomma la sua cinquantennale attività, che questa mostra vuole ricordare, attesta che la creatività, se non è sostenuta dalla competenza tecnica, lascia sempre qualcosa di inespresso». Nelle più diverse tecniche, Fontanella si è cimentato con comprovata perizia, a partire dalla pittura ad affresco, con cui ha realizzato grandi opere di arte sacra, ma anche raffigurazioni laiche per edifici pubblici e case private. E vanta un’esperienza pluriennale nella pittura a monocromo su vetro, la “grisaille”, e nella produzione di vetrate artistiche, in collaborazione col maestro vetraio Paolo Cupido. La sua abilità e la conoscenza dell’arte classica gli hanno permesso anche di diventare un esperto restauratore.
La mostra di Roma si chiude il 1° novembre, per essere poi trasferita alla Mole di Ancona, dove sarà inaugurata l’8 dicembre.
Corriere Adriatico