OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
RECANATI - Sarà la splendida voce di Irene Grandi a chiudere, oggi, 28 luglio, alle ore 21,30, la rassegna estiva di Musicultura, Lunaria, a Recanati, con il suo “Io in blues”. Il concerto, che si terrà in piazza Giacomo Leopardi, sarà a ingresso libero.
Le radici
Il progetto “Io in blues”, che Irene Grandi sta portando in tour, è quasi un ritorno alle origini. «Durante il lockdown – racconta – mi sono riconnessa con le mie radici. Era difficile scrivere cose nuove con l’isolamento. Poi mi sono ispirata ai principi dello yoga, che insegna a radicarsi. Sono così tornata al blues, al quale ero dedita all’inizio della mia carriera, quando cantavo nei club, formando la mia voce e il mio busto canoro». I brani cantati nel concerto sono sia di autori internazionali e italiani, sia brani suoi.
Le collaborazioni
Quanto all’hammond, Irene Grandi ha coinvolto l’hammondista di fama internazionale Pippo Guarnera. «Il colore di questo strumento – prosegue – riporta al blues, e proprio Guarnera ci ha dato ispirazione». Blues a parte, la cantautrice fiorentina la scorsa settimana ha debuttato da protagonista nell’opera rock “The Witches seed”, che considera «un’esperienza meravigliosa che mi ha fatto mettere alla prova con una struttura diversa. Entrare e uscire dalla scena, lavorare in squadra è stato stupendo. Forse faticoso il back stage in una cava, ma si è superato tutto. Lavorare con quel gruppo mi ha fatto ritrovare il senso di comunità che mi mancava, e poi ho imparato a recitare. Ci abbiamo creduto e lo abbiamo fatto per amore della musica». Per ora gira l’Italia con “Io in blues”, ma non dimentica la voglia di sperimentare e creare. Un disco nuovo? «Prima o poi lo avrete – dice Grandi rivolgendosi al pubblico e ai fan – ma non so quando. Durante la pandemia sono cambiati i miei equilibri. Mi serve tempo, a questa età non ho bisogno di pubblicare dischi, ma di fare cose belle, trovare una chiave nuova, fare esperienze diverse come “The Witches seed”: ne abbiamo messo il seme per il futuro, vedremo. Poi vorrei cercare e trovare nuovi spunti, senza tradire le mie caratteristiche musicali: devo migliorarmi. Infine ho un sogno nel cassetto: avere un respiro più internazionale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico