Irene Grandi con il suo “Io in blues” chiude Lunaria, la rassegna estiva di Musicultura

Irene Grandi con il suo “Io in blues” chiude Lunaria, la rassegna estiva di Musicultura
Irene Grandi con il suo “Io in blues” chiude Lunaria, la rassegna estiva di Musicultura
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Luglio 2022, 03:05

RECANATI - Sarà la splendida voce di Irene Grandi a chiudere, oggi, 28 luglio, alle ore 21,30, la rassegna estiva di Musicultura, Lunaria, a Recanati, con il suo “Io in blues”.  Il concerto, che si terrà in piazza Giacomo Leopardi, sarà a ingresso libero

Le radici

 
Il progetto “Io in blues”, che Irene Grandi sta portando in tour, è quasi un ritorno alle origini. «Durante il lockdown – racconta – mi sono riconnessa con le mie radici. Era difficile scrivere cose nuove con l’isolamento. Poi mi sono ispirata ai principi dello yoga, che insegna a radicarsi. Sono così tornata al blues, al quale ero dedita all’inizio della mia carriera, quando cantavo nei club, formando la mia voce e il mio busto canoro». I brani cantati nel concerto sono sia di autori internazionali e italiani, sia brani suoi. Gli autori nazionali li ha scelti, spiega, «semplicemente in base a quelli che ho amato da giovane, e a quelli che sono stati i miei maestri: Lucio Battisti, che mi ha dato molto per la scrittura, Pino Daniele, per il canto. I pezzi internazionali li ho scelti dai miei cantanti preferiti, come ad esempio Etta James, Otis Redding, Willie Dixon. Sono brani da jammare. Il blues poi è come la madre di tutte le musiche, e dovrebbe essere alla radice della formazione di tutti i giovani musicisti». Quanto ai brani suoi, li ha selezionati in base alle influenze blues. «“La tua ragazza sempre” – spiega Grandi – o “Finalmente io”, così come i brani di Vasco, si prestano molto alla musica per cantanti blues, una disciplina, le cui prime registrazioni sono di voci femminili. Ci saranno canzoni più “colorate”, come “Bruci la città”. Tutte canzoni che si sposano bene con l’organo hammond».


Le collaborazioni


Quanto all’hammond, Irene Grandi ha coinvolto l’hammondista di fama internazionale Pippo Guarnera. «Il colore di questo strumento – prosegue – riporta al blues, e proprio Guarnera ci ha dato ispirazione».

Blues a parte, la cantautrice fiorentina la scorsa settimana ha debuttato da protagonista nell’opera rock “The Witches seed”, che considera «un’esperienza meravigliosa che mi ha fatto mettere alla prova con una struttura diversa. Entrare e uscire dalla scena, lavorare in squadra è stato stupendo. Forse faticoso il back stage in una cava, ma si è superato tutto. Lavorare con quel gruppo mi ha fatto ritrovare il senso di comunità che mi mancava, e poi ho imparato a recitare. Ci abbiamo creduto e lo abbiamo fatto per amore della musica». Per ora gira l’Italia con “Io in blues”, ma non dimentica la voglia di sperimentare e creare. Un disco nuovo? «Prima o poi lo avrete – dice Grandi rivolgendosi al pubblico e ai fan – ma non so quando. Durante la pandemia sono cambiati i miei equilibri. Mi serve tempo, a questa età non ho bisogno di pubblicare dischi, ma di fare cose belle, trovare una chiave nuova, fare esperienze diverse come “The Witches seed”: ne abbiamo messo il seme per il futuro, vedremo. Poi vorrei cercare e trovare nuovi spunti, senza tradire le mie caratteristiche musicali: devo migliorarmi. Infine ho un sogno nel cassetto: avere un respiro più internazionale».

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