Sollima con l’Orchestra giovanile Cherubini a Porto Sant'Elpidio per Riverberi di RisorgiMarche

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PORTO SANT'ELPIDIO - È considerato uno tra i violoncellisti più apprezzati al mondo ed è il più eseguito tra i compositori italiani: Giovanni Sollima, insieme all’Orchestra giovanile Cherubini, sarà alle 21 di oggi al Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio per il primo concerto del progetto Riverberi di RisorgiMarche

 

Sollima sarà oggi nella doppia veste di solista e concertatore, in una nuova tournée che prevede un intenso ed emozionante programma. Da una parte il noto Concerto in do maggiore di Haydn, definito dal violoncellista come «un mix di sublime e di terrore per tutti i violoncellisti che si misurano con la sua scrittura estrema». La composizione haydniana sarà eseguita tra due composizioni di Sollima, The N-Ice Cello Concert e When we were trees. «Nell’interpretarlo – commenta Sollima a proposito della scrittura di Haydn – mi baso sullo straordinario manoscritto del compositore, grazie al quale riesco a evitare le stratificazioni interpretative ed editoriali che si sono accumulate nei duecento anni di vita».

Verso la natura

Nella musica composta direttamente da Sollima, si possono trovare sguardi verso la natura. Ma, precisa il compositore, «non ho mai pensato alcun messaggio in questo senso, anche se sono diversi gli elementi che mi “provocano” e portano in questa direzione. La fortissima attrazione per la natura, per esempio, che mi ha portato sempre più ad allontanarmi dalla città e a rinunciare a una quotidianità in luoghi dove ritmo, aria, spazio, tempo, albe, tramonti e odori non erano più percepibili. Inoltre un violoncello può raccontare sempre qualcosa di naturale: la materia di cui è fatto, del resto, è per sé stessa energetica e naturale. Un violoncello, prima, era un albero».

Il violoncello di ghiaccio


In particolare The N-ice Cello Concert è un brano che è stato concepito per un violoncello di ghiaccio. «È un brano fragilissimo – afferma Sollima – come fragilissimo era il violoncello di ghiaccio che abbiamo trasportato dal Trentino alla Sicilia». Fragilità, e ricerca musicale, si ritrovano anche in altri materiali, in particolare la carta. «Riciclata – puntualizza il compositore – suonerò un violoncello di cartone, un vero violoncello che racconta un’altra storia». Prima questo brano, poi quello di Haydn e infine “When we were trees”, che Sollima ha composto nel 2008, quando viveva tra Berlino e Palermo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico