C'è anche il regista pesarese Giovanni Piscaglia nella cinquina dei Nastri d’Argento

C'è anche Giovanni Piscaglia nella cinquina dei Nastri d’Argento
PESARO “Perugino. Rinascimento immortale”, l’ultimo docufilm del regista pesarese Giovanni Piscaglia è nella cinquina finale dei Documentari...

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PESARO “Perugino. Rinascimento immortale”, l’ultimo docufilm del regista pesarese Giovanni Piscaglia è nella cinquina finale dei Documentari sull’Arte dei Nastri d’Argento 2024.

 

Il nuovo viaggio

Dopo "Van Gogh. Tra il grano e il cielo” e "Napoleone. Nel nome dell’arte”, nonché diversi e affascinanti lavori all’interno delle Gallerie d’arte più prestigiose (tra cui la Galleria Borghese, le due Nazionali dell’Umbria e delle Marche, gli Uffizi, il Museo Archeologico di Napoli, la Reggia di Caserta e la Pinacoteca di Brera), Giovanni Piscaglia ha affrontato un nuovo suggestivo viaggio, mettendo in luce le peculiarità di un grande artista come Il Perugino e il suo fondamentale ruolo all’interno della storia del Rinascimento, partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, e con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Uno sguardo come sempre intenso e profondo quello di Piscaglia, che sa cogliere sfumature inedite nelle pieghe dei suoi racconti.

Il fascino dell’arte da gustare a 360° comodamente seduti in poltrona, a casa o al cinema. Un viaggio che accompagna lo spettatore negli imperscrutabili chiaroscuri di grandi pittori, attraverso uno sguardo inedito e curioso, ricco di spunti di riflessione. La cura dei particolari, la ricerca delle fonti, il racconto intenso e profondo dell’artista protagonista, sono alla base dell’attento e meticoloso lavoro del regista pesarese, capace di coinvolgere il pubblico proponendo una prospettiva sempre diversa e affascinante.

L’interiorità

Secondo Piscaglia «prima di essere un personaggio, un artista è sempre una persona e io cerco di capire l’interiorità di quella persona e cerco di restituirla a mio modo. Certo, potrei documentare in modo più asettico ciò che emerge dalle fonti, ma un film, a mio parere, deve avere una comunicazione più profonda, che abbia a che fare con le immagini e le atmosfere di un racconto organico».

E forse il Perugino non è tra i più famosi artisti della storia, ma « «non si poteva fare a meno di rivalutare il Perugino: un grande artista la cui fama è stata fraintesa e non adeguatamente rispettata, secondo quello che rappresentò in vita. È stato scambiato per un autore noioso e ripetitivo, ma ho voluto scavare nella sua biografia cercando di andare a fondo nella verità del tempo in cui visse e nella sua personalità».

 

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Corriere Adriatico