pesaro - Sarà il Balletto di Roma, con le coreografie di Fabrizio Monteverde, ad inaugurare la stagione di Danza del Teatro Rossini di Pesaro domani, venerdì 25...
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Silvio Orlando va in scena a Urbino con "Si nota all'imbrunire" di Calamaro
Come ha affrontato questa pagina della letteratura mondiale?
«Come al solito, riscrivendola e riadattandola sul mio pensiero prendendo più che la figura il suo aggettivo: “donchisciottesco”. Si intitola “Io, don Chisciotte” non perché autobiografico, ma per raccontare questo personaggio attraverso i miei occhi, il sentirsi un po’ alieno in un contesto che cambia continuamente e in cui si fa fatica a riconoscersi. Personaggi un po’ strabici che vorrebbero vivere la realtà in modo diverso, dagli artisti ai filosofi, che sono degli alieni in questo momento storico».
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Qual è il confine tra realtà e illusione?
«È proprio questo il punto, non riconoscere questo confine, come avere un difetto nella vista, come un poeta vede la realtà. Quelli che spesso chiamiamo pazzi sono solo persone che hanno uno sguardo diverso: il confine è difficile da definire e io spero di spostarlo sempre». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico