PESARO - Il colpo d’occhio è quello di un successo, annunciato, ma non scontato: sold out all’Adriatic Arena di Pesaro per i cinque Pooh. Una platea...
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«Preferiamo andarcene con i riflettori accesi», ci ha detto Stefano D’Orazio. E così il 30 dicembre a Bologna, i riflettori si spegneranno per sempre sui Pooh. Una reunion fortemente voluta da Roby e sposata dagli altri con il ritorno sia di D’Orazio, ma soprattutto da quel “figliol prodigo” che è stato Riccardo Fogli. E fa un certo effetto vedere sullo stesso palco Fogli e Red Canzian che ne prese il posto quando il cantate e bassista di Pontedera decise nel 1973 di intraprendere la carriera solista. Eccoli, dunque: Roby, Dodi, Red, Stefano e il fratello ritrovato Riccardo Fogli. Si abbracciano, si scambiano sorrisi e sguardi complici, stemperano l’emozione scherzando tra di loro. Come amici di vecchia data. Come professionisti che si stimano e si rispettano con un numero che li rincorre: sono in 5 e festeggiano i 50 anni di carriera con 50 canzoni. Quasi tre ore di concerto: un grande lavoro artistico sul repertorio, riarrangiato, ma senza stravolgimenti, rispettando anche in questa versione l’identità delle canzoni e della propria storia
Il concerto inizia alle 9 spaccate con un conteggio, ma non alla rovescia: i due schermi a lato del palco contano da 1 a 50, come gli anni di storia della band. Un getto di fumo colorato a centro palco, ed entrano i Pooh, in versione a 4, che attaccano “Giorni infiniti”.
Il primo boato è per “Dammi solo un minuto”, riconosciuta alle primissime note e cantata a squarciagola; un boato ancora più grande per l’entrata di Fogli, su “Banda nel vento”, seguita da un blocco di canzoni dedicato alle origini del gruppo, come la sequenza dedicata al singolo “In silenzio/Piccola Katy”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico