PESARO - Sarà lo stesso autore dell’esposizione Neolithic Sunshine, Matteo Nasini, a creare un evento nell’evento, questa notte, al Centro Arti Visive...
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Nel corso della nottata, gli impulsi cerebrali di una persona addormentata saranno trasformati in suono attraverso un software di conversione e saranno diffusi in tempo reale nello spazio sotto forma di una composizione polifonica, che condurrà il pubblico a entrare in una atmosfera onirica, tra il sonno e la veglia. Lo Sleep concert, promosso in collaborazione con Marsèlleria, sarà trasmesso in diretta streaming da Radio Arte Mobile e sarà anche l’occasione per presentare il vinile Sparkling Matter, edito da Yard Press con il supporto di Marsèll, che raccoglie una scelta di registrazioni dei precedenti appuntamenti del progetto.
Un modo per apprezzare a 360° la ricerca di Nasini che, da sempre, si sviluppa trasversalmente su più discipline (scultura, fonia, neuroscienze, storia): la mostra Neolithic Sunshine (aperta al pubblico fino al 7 ottobre) comprende numerose opere scultoree e installazioni sonore, caratterizzate da alcuni aspetti ricorrenti nella poetica dell’artista, ovvero il suono e le sue origini, l’impiego di pratiche manuali lente, la sperimentazione tecnologica. Matteo Nasini celebra la genesi di una primordialità feconda: la connessione con il tempo presente e la propensione verso il progresso tecnologico trasformano lo spazio espositivo in un luogo animato da una forte componente rituale, dove arcaismo e modernismo dialogano in un contesto inedito. L’idea di ricostruire il momento straordinario in cui in un luogo e in un tempo indefinito l’uomo ha inventato la musica vuole essere un omaggio alla figura del grande musicista e compositore Gioachino Rossini, di cui si celebra il 150° anno dalla morte, e alla sua Pesaro, nominata Città Creativa Unesco della Musica nel 2017. L’affascinante esposizione di Nasini, nella Chiesa del Suffragio, si articola in una sorta di “sound piece”, dove sono esposti gli strumenti primordiali e dove risuona la musica creata con essi sotto a una tenda di lana (Tenda vestigia). Nel Loggiato si trova un’installazione di venti sculture di fili di lana (il Giardino perduto) e Ruota, un grande anello in ceramica che ricorda le forme archetipiche dell’architettura preistorica e i primi utensili creati dall’uomo. Conclude la mostra Principio Selvatico, un arazzo di grandi dimensioni ricamato a mano. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico