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PESARO - L’artista pesarese Jacopo Sorbini sarà nella sua città, al Teatro Sperimentale, da questa sera a domenica 24 aprile, al fianco di Massimiliano Gallo e Stefania Rocca, ne “Il silenzio grande”, di Maurizio De Giovanni e diretto da Alessandro Gassmann, dove interpreta Massimiliano Primic, il figlio del protagonista. Un ruolo importante, che segna la sua maturità professionale, a 32 anni.
«È in effetti l’esperienza più importante che ho fatto», racconta Jacopo, «ma già a 23 anni avevo lavorato con Brignano nel “Rugantino” a Roma e un’altra esperienza bellissima è stata quella di coach del cast di “Tempo instabile con probabili schiarite”, di Marco Pontecorvo, dove insegnavo ad attori come Luca Zingaretti o Pasquale Petrolo, in arte Lillo, la cadenza pesarese. Diciamo che con “Il silenzio grande” diversi tasselli del mio percorso si sono messi a posto e il personaggio che interpreto mi piace molto». Un personaggio che gli è anche vicino come età anagrafica: «Massimiliano è un trentenne come me, con cui condivido le riflessioni che si iniziano a fare a questa età: ci si guarda indietro e si riflette su ciò che si è fatto e portato a casa. Lui non è riuscito a far fronte alle sue esigenze ed ora che c’è un momento di crisi nella famiglia, sfoga i suoi sentimenti repressi».
Il personaggio
Una cosa che non corrisponde a Jacopo, che invece sta raccogliendo diverse soddisfazioni nella sua carriera: «Sì, è un buon momento, ma ciò non significa che per andare avanti non ci si debba mettere in discussione.
E questo si è visto dalla caparbietà con la quale Jacopo è riuscito a realizzare il suo sogno, partito da una “folgorazione” quando aveva appena 8 anni: «Era tradizione alle elementari avere un laboratorio di teatro, con spettacolo al Teatro Sperimentale, proprio quello dove saremo adesso! Un giorno vidi, per caso, la mia maestra, Danila Merloni, insegnare a un bimbo come dire la sua battuta. Ebbi così la sensazione che anche gli adulti giocano a “far finta di…”: decisi che era quello che volevo fare, tornai a casa e lo annunciai ai miei, che lì per lì non è che ci diedero molto peso, ma non mi sono più fermato». Infatti, a 15 anni ha iniziato a lavorare con il Teatro Accademia di Pesaro, a 20 è andato a Roma e nel 2014 si è trasferito a Milano, alla scuola di formazione del Piccolo, dove è rimasto fino al diploma nel 2017.
Tra i personaggi che vorrebbe interpretare c’è Trofimov del Giardino dei ciliegi: «Non è famoso, lo so, ma amo Cechov e il suo modo di indagare l’umano: Trofimov è un personaggio a metà strada tra ironia e malinconia e mi affascina tantissimo. Ho una sorta di reverenzialità verso i grandi protagonisti». Intanto “Il silenzio grande” rimane «una grande gioia, uno spettacolo che mi ha dato tantissime soddisfazioni. Ci sono altri progetti in ballo, ma per scaramanzia, lascio la sorpresa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico