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PESARO - Spazio Webo (in via Gagarin 161) riparte questa sera, con una serie di concerti dal vivo in una sorta di sessioni di recording, di streaming e dirette radio e tv, con presenza di pubblico, contingentato e distanziato, in studio. E lo fa con una band che a Pesaro non si è ancora esibita: i Crema, che nascono sull’onda de i Camillas, ne raccolgono l’eredità goliardica e surreale, ma hanno intenzione di percorrere una strada totalmente autonoma, simile, ma diversa, “discontinui, ma continui allo stesso tempo”.
«Abbiamo già fatto una decina di concerti tra Marche e Romagna questa estate, - racconta Vittorio Ondedei, il noto Ruben Camillas - arrivando fino a Lugano e andando incontro a quel pubblico che ben conosceva i Camillas. È stato piacevolissimo, ma è stato anche un importante banco di prova: a parte due brani, non facciamo i pezzi dei Camillas e quindi è stato doppiamente rischioso, perché proponiamo una decina di pezzi inediti. Insomma, siamo un gruppo esordiente che non ha nulla di esordiente».
Nulla di meglio che “esordire”, finalmente, a Pesaro, tentando di riportare quell’atmosfera che tanto è mancata in questi mesi di pandemia, nella scena musicale della città: i concerti dal vivo nei locali. «Non è facilissimo, - prosegue Vittorio - perché, a differenza dei teatri, tenere una capienza del 50%, ma anche di un possibile 80%, in un locale è pressoché impossibile.
Questa sera è già sold-out, sia per la voglia di musica che per la curiosità di ascoltare i Crema: «Fino ad oggi i riscontri sono stati molto positivi: quando non ti chiedono i vecchi successi dei Camillas, vuol dire che hai fatto centro. I brani continuano a non avere un genere definito: basso (Daniel Gasperini), batteria (Enrico Liverani) e io alla chitarra, ma in alcune parti hanno un rock più robusto. È sempre musica molto felice e a cantare siamo tutti e tre, oltre a lasciare spazio all’improvvisazione».
E in attesa del primo album dei Crema, il fermento è ora intorno alla realizzazione del docu-film “La leggenda di Zagor”, dedicato a Mirko Bertuccioli, scomparso nel 2020, artista eclettico, che ha costruito un tessuto di musica e relazioni unico, unendo mondi e persone nel segno della bellezza e dell’autenticità.
Il progetto, realizzato insieme a Enrico Zampa, Filippo Biagianti e Marco Roscetti, è iniziato a febbraio, con l’esigenza di far conoscere Mirko anche a chi non ne ha mai sentito parlare: «Aveva un modo tutto suo di approcciarsi alla musica ed era un talent scout straordinario. È una storia che interessa per la sua esemplarità. Mirko era una figura di riferimento: essere accoglienti e mettere a proprio agio le persone, è sempre stato il suo modo di fare, vincente e condivisibile. Essere gentili è cosa bella».
In questi giorni sta per scadere il crowdfunding, che forse potrebbe essere prorogato: nel frattempo le riprese proseguono con le interviste fuori Pesaro. «Incontreremo persone con cui ha collaborato, ma anche amici, quella parte di pubblico con cui abbiamo condiviso tournée e concerti. E poi ci sarà la parte più difficile: scegliere, selezionare tanto materiale. In questi mesi ci sono arrivate centinaia di cose, interviste e dediche personali, riprese inedite che arricchiscono anche il lato privato di Mirko. Aspetti particolari che vorremmo includere».
Per chi volesse partecipare l’indirizzo è www.produzionidalbasso.com/project/la-leggenda-di-zagor/
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Corriere Adriatico