OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Pablo America, 29 anni, nato a Torino, ma marchigiano per una scelta, che l’ha portato da qualche anno a vivere a Trodica di Morrovalle, ha uno stile tutto particolare. Di lui dicono che ha un “bipolarismo discografico”, perché quando pubblica i brani, lo fa a doppiette.
Il doppio
Due singoli, in uscita a distanza di una settimana l’uno dall’altro, come accaduto agli ultimi due, “We are ready to the fight” e “Fragole e rock ‘n’ roll”, uniti insieme nel videoclip uscito dopo i brani. «La scelta – spiega Pablo America – non è prettamente mia. In questo mi aiuta Maciste, e all’inizio abbiamo deciso di dare spazio a tutto il mio repertorio, fatto di brani diversi tra loro. È stato un modo per dare spazio a tutte le mie canzoni, e dargli una sorta di filo conduttore». Una caratteristica che indubbiamente incuriosisce il pubblico, e che sta suscitando non poco interesse.
Le emozioni
Una settimana dopo è arrivato il singolo “Fragole e rock ‘n’ roll”, dove a differenza del precedente, Pablo riporta “al sicuro” i suoi ascoltatori. «A volte scrivo canzoni in modo diverso – spiega – come questa. Qui ho scritto prima le strofe e poi ho messo le melodie. Se vogliamo è un brano che parla di me, ma io quando scrivo non cerco il significato della canzone». Ascoltare i brani di Pablo America è come fare un’esperienza sonora e lirica fatta di meraviglia e “spaesamento” allo stesso tempo: sono lo specchio della sua visione poetica e duale del mondo e della sua musica. Così accade anche nel video, dove i due brani sono uniti in un’unica storia, quella di un predicatore che ha l’aspetto di un televenditore di aspirapolvere, che cerca di convincere individui un po’ eccentrici a seguire il suo dogma fatto di “Fragole e rock ‘n’ roll”. Con interrogativi cui la risposta la conosce solo l’inserviente, come nel telefilm Scrubs.
Emigrato al Sud
Pablo America spiega che da Torino, dove è cresciuto, è arrivato nelle Marche, «per una mia scelta personale, quattro anni fa. Torno spesso a Torino, ma per 300 giorni all’anno, almeno, sono a casa a Trodica». Ha iniziato a fare musica da solo, quasi per gioco e forse anche più per passione. «Con la famiglia – ricorda – andavamo in vacanza a Sanremo, e in estate c’era una band, i G44, che mi piaceva, facevano cover di musica italiana anni ‘60 e 70. Mi piaceva soprattutto il suono della batteria, e ho cominciato con questa. Poi me ne hanno comprata una elettronica e con le basi, da autodidatta, ho iniziato a imparare e scrivere testi. Per il futuro vado avanti, lavoro, non ho grandi sogni, se non quello di continuare a fare quello che sto facendo e di divertirmi mentre lo faccio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico