Onafifetti, 48 anni di palcoscenici per il gruppo jesino di cabaret-teatro

Gli Onafifetti
JESI - Quarantotto anni di satira in punta di coltello. Tanti auguri agli inossidabili Onafifetti, alias Mario Sardella, Giovanni Filosa e Piergiorgio Memè con la...

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JESI - Quarantotto anni di satira in punta di coltello. Tanti auguri agli inossidabili Onafifetti, alias Mario Sardella, Giovanni Filosa e Piergiorgio Memè con la pianista Marta Tacconi. Cabarettisti, musicisti, pepate anime dell'ironia che punge e mai infierisce, ma fa riflettere.


La popolare compagnia di teatro cabaret taglia un traguardo di longevità invidiabile e, mani in pasta su un nuovo spettacolo, è tempo di brindisi e bilanci. Il loro faro? Sicuramente Giorgio Gaber. 

«Festeggiamo i 48 anni della nascita del nostro sodalizio - dice Filosa - Il 24 aprile 1968 è andato in scena il nostro primo spettacolo, “Per chi c'è e per chi non c'era”, al Teatro Pergolesi di Jesi. Ne è passata di acqua sotto i ponti, oltre 50 spettacoli in Italia e all'estero, tante collaborazioni e amici mai dimenticati come Carlo Javarone, fiero Onafifetto fino al 1993, poi un male terribile lo ha portato via prematuramente. Ma il suo pensiero è sempre con noi». 
Oltre 50 spettacoli, fino al 1977 solo nelle Marche tra teatri, club, circoli e discoteche. Poi, l'evoluzione in cui i ragazzi terribili del cabaret jesino si misurano con spettacoli impegnati, complice il presidente Gian Franco Berti del Circolo Calamandrei che li ha voluti ad Alba, Cuneo e Torino per celebrare la memoria di Piero Calamandrei. Tante tappe fondamentali in una carriera lunga e brillante, sempre dominata da una sana voglia di “fare cazzeggio”. 
«Siamo stati ospiti nel 2000 con la delegazione jesina all'Eurokultur festival a Waiblingen - aggiungono Pergiorgio Memè e Mario Sardella - mentre nel 1973 abbiamo preso il prestigioso Premio nazionale Gufo d'Oro alla Taverna del Gufo di Foggia, un riconoscimento che è andato a Renzo Arbore e Gianni Rivera. Una grandissima soddisfazione!».

Onafifetti e le collaborazioni. Nel corso degli anni li hanno affiancati le attrici Isa Savi, Luisa Cinti e Simona Stronati, oltre ai pianisti Carlo Morganti e Luca Pierpaoli. Ma Filosa, Memè e Sardella hanno trovato pace solo con la talentuosa e giovane Marta Tacconi, 28 anni, che ha visto nel cabaret satirico degli Onafifetti il completamento del suo percorso musicale e artistico.
«Siamo convinti da sempre che il cazzeggio è la nostra dimensione naturale e che una risata vi seppellirà - dicono ancora - il nostro modo di rapportarci al pubblico è sempre lo stesso, con leggerezza e senza la necessità di infierire.

Spregiudicati e forse un po’ troppo avventati, abbiamo sempre guardato con diffidenza alla censura. Anni fa l'amico Luigi Frezzotti, avvocato, leggeva attentamente i nostri testi per evitarci le querele, a volte abbiamo storpiato i nomi in modo allusorio ma non ci siamo mai messi bavagli. Solo che il pubblico prima accettava le provocazioni e interagiva, ci rideva su adesso la nostra platea è cambiata, si è tutti più permalosi e si va alla ricerca dell'insulto a tutti i costi. E’ più difficile individuare i personaggi sebbene la vita sia tutta un cabaret».


«Non ci pensiamo ad andare in pensione o metterci sotto naftalina, anzi - concludono - abbiamo in cantiere un altro spettacolo “La notte dei morti di Renzi”. Per noi il futuro è Onafifetteremo...».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico