Bocelli: «Io Nobel per la pace? Una responsabilità, ma sarebbe bello»

ROMA - Assume l'ostia e si chiude in preghiera portandosi le mani in volto per svariati minuti a cercare Dio. Andrea Bocelli, talento internazionale apprezzato in tutto il...

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ROMA - Assume l'ostia e si chiude in preghiera portandosi le mani in volto per svariati minuti a cercare Dio. Andrea Bocelli, talento internazionale apprezzato in tutto il mondo, è solo Andrea quando è con i ragazzi di Nuovi Orizzonti, accanto a Chiara Amirante e don Davide Banzato. Ha gioito, cantato con e per loro e da anni continua la missione sui sentieri degli ultimi.

 

«Il mondo è un'estrazione della nostra casa - afferma Bocelli - e l'idea di fare qualcosa per coloro che hanno avuto una vita complicata è lo scopo fondamentale di ciascuno di noi». La scia che lascia dietro di sé è quella di un uomo umile, che sa dare il giusto valore alle cose, ridimensionare le futilità e prendersi gioco di sé. E infatti quando gli chiediamo se unendo i popoli con la musica, accetterebbe il Nobel per la pace, lui che all'indomani del premio conferito a Bob Dylan aveva esclamato «peccato», si schernisce quasi imbarazzato: «Addirittura, è una grossa responsabilità. Certo i premi sono sempre una manifestazione di affetto e stima ma vanno conquistati, meritati e riconquistati giorno per giorno, non so se ci si può augurare una cosa del genere». E ci ripensa: «Comunque non scherziamo, il Nobel sarebbe un riconoscimento importante». 
 
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Corriere Adriatico