Ugo Caggiano a Palazzo Sangallo di Tolentino. Da venerdì l’omaggio al protagonista marchigiano dell’astrattismo

Ugo Caggiano
L’allegria del colore, assieme alla capacità di afferrare il nostro sguardo e far volare la mente in mondi di fantasia, è sempre stata la carta vincente di Ugo...

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L’allegria del colore, assieme alla capacità di afferrare il nostro sguardo e far volare la mente in mondi di fantasia, è sempre stata la carta vincente di Ugo Caggiano, artista poliedrico e trasgressivo, originale, cui è dedicata la mostra antologica “La poesia del colore”. Organizzata dall’Associazione culturale Licenze Poetiche, sarà inaugurata venerdì alle 18 negli spazi espositivi di Palazzo Sangallo di Tolentino. A due anni dalla scomparsa dell’artista, nato a Petriolo nel 1941, l’iniziativa, che ha meritato il patrocinio del Comune, si deve alla sensibilità della sua famiglia.

 

Un protagonista dell’astrattismo
Si tratta di un omaggio dovuto a un protagonista dell’astrattismo dalla sua terra, nella quale, in vita, ha riscosso minore attenzione, di quanta gliene abbia tributato la critica internazionale. Eppure non è difficile scorgere, nelle sue creazioni, l’impronta indelebile che vi hanno lasciato il paesaggio marchigiano, i borghi arroccati sulle colline, le valli e i declivi. E anche quando le tinte, da lui usate, sembrano contraddire e correggere i verdi della campagna, il color mattone delle antiche mura, i grigi luminosi delle nebbie, che d’autunno occultano le chiome rossastre dei filari di gelsi, si riconoscono i profili di un contesto molto amato, dal quale non amava separarsi, sublimati nelle geometrie immaginifiche delle sue composizioni. Docente all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha sempre preferito, alla partecipazione mondana a vernissage ed eventi nella Capitale, il rapporto con i giovani, cui non ha mai lesinato il suo magistero, che si era formato nel confronto con i protagonisti dell’astrattismo, da Kandinskij a Mondrian, da Pollock a Mirò.

I nuovi linguaggi


Nella sua lunga carriera artistica, non ha mai smesso di cimentarsi in nuovi linguaggi, nuove forme espressive, approdando al design e arrivando a contaminare la sua arte con musica e poesia. Le sue “Pietre miliari”, in origine scolpite su pietra, poi riprodotte anche su carta e legno, sono piccoli, significativi monumenti alla fantasia. Nel senso etimologico che ha infatti “monumento”, mezzo per fissare e alimentare la memoria, le Pietre raccontano per simboli, per immagini scolpite, le leggende degli antenati, la cui immanenza nell’esistenza quotidiana solo artisti come lui sanno riconoscere. E gioirne. Definito dai critici “personaggio di straordinaria sensibilità”, Caggiano ha esposto in alcune tra le più importanti gallerie d’arte italiane ed europee, alla Galerie International di Stoccolma e al Contemporary Art Museum di Dunkirk in Francia. Questa antologica di Tolentino ora ha il merito di “restituire” l’artista alla sua terra, anche grazie a un corposo catalogo, edito dall’editore Seri. Vi sono riprodotte oltre 60 opere, commentate da saggi critici dei suoi estimatori e di amici di una vita: da Lucio Del Gobbo, che introduce il volume, a Remo Brindisi, che gli dedicò uno spazio nel suo museo di Lido di Spina. E poi, Leonardo Mancino e Guido Garufi, Daniele Taddei, Virgì Bonifazi, Roberto Rossini e Tiziana Sclavi. La mostra resterà aperta fino al 24 luglio, con i seguenti orari: giovedì e venerdì dalle 17 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico