MONTEMONACO - Un giorno speciale, per RisorgiMarche e per Neri Marcorè. Perché il concerto di ieri a Foce di Montemonaco con Brunori Sas cadeva con il 51mo...
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«Con questo amico ci siamo conosciuti in modo curioso - ha ricordato Marcorè - lo avevo sentito in radio e lo cercavo per fargli i complimenti, lui per ragioni analoghe voleva coinvolgermi in un suo progetto e ci siamo trovati a metà strada, entrando da subito in sintonia. È un artista che si è fatto strada piano piano, facendosi conoscere attraverso i concerti e la forza delle sue storie autentiche, delle sue canzoni coinvolgenti e conquistando ad ogni disco una schiera di pubblico sempre più ampia. È già tra le figure principali della scena musicale italiana e il suo successo è destinato a crescere. Oggi lo ascolteremo qui, in questo angolo di paradiso, un posto speciale che mi auguro tanti di voi torneranno a visitare anche dopo RisorgiMarche».
«Sono commosso da tutto questo - ha detto Brunori rivolgendosi agli oltre 3mila presenti - e mi commuove quando da una situazione tragica si riesce a mettere insieme qualcosa di vivo. Viviamo un’epoca strana, dove sembra studiata una manovra per tenere le persone in casa e non creare momenti di aggregazione. Invece per me è bello essere qui oggi e mi piace vedere tutte queste persone, una situazione simile mi porta ad avere fiducia nell’umanità». L’artista calabrese, “armato” di chitarra e tastiera, ha iniziato il suo concerto con “Canzone contro la paura”, per poi proseguire un viaggio in tutto il suo repertorio, senza scaletta, inframezzando battute e canzoni che hanno conquistato il pubblico, accorso sul prato della frazione di Montemonaco, in un’altalena di risate ed emozioni uniche, sottolineate dagli applausi e dai cori. Tra i brani “La verità”, “Lamezia Milano” e anche “Le quattro volte”.
“Grazie noi” il suo messaggio finale, per chiudere un altro pomeriggio di RisorgiMarche vissuto in armonia e nel rispetto della natura, nei luoghi incantevoli della nostra regione, vicini alle comunità colpite dal sisma che non vogliono essere dimenticate e possono rinascere anche grazie al contributo della musica. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico