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Sarà Alessandro Benvenuti il prossimo protagonista del Teatro Alaleona di Montegiorgio domani, lunedì 29 gennaio, alle ore 21,15. Salirà sul palco per “Falstaff a Windsor”, liberamente tratto da Le allegre comari di Windsor, adattato e diretto da Ugo Chiti (info 0734952067). Lo spettacolo tornerà nelle Marche il 24 febbraio a Matelica.
Il protagonista
Eroe e antieroe allo stesso tempo, il Falstaff di questo spettacolo, spiega Benvenuti, «è bello, se vogliamo particolare. Qui Windsor è solo il luogo della storia. Falstaff è raccontato nell’Enrico IV, nel V se ne annuncia la morte e poi torna ne Le allegre comari di Windsor». Chiti, per creare questo Falstaff, attinge un po’ all’uno, un po’ all’altra opera, soprattutto alla farsa. «Nello spettacolo – prosegue il protagonista Benvenuti – emerge il destino di questo personaggio, voluto dalla regina, a cui piaceva e quindi chiese a Shakespeare di farlo ancora. Ma l’autore non amava le imposizioni e forse anche per sfida finì per sbeffeggiarlo un po’».
Le motivazioni
«Spendere energie in questo modo – spiega il protagonista – fa anche meditare sul ruolo dell’attore, che non dovrebbe essere legato e rapportarsi solo con il successo di pubblico. Piacere in modo smodato e fine a sé stesso è brutto. Poi se il pubblico apprezza ben venga, ma ritengo che si debba rimanere fedeli alla storia, rappresentarla, e non farsi condizionare». Facendo riflessioni sul ruolo dell’attore si finisce inevitabilmente anche per riflettere sul teatro. «Salire sul palcoscenico – osserva Benvenuti – non è difficile oggi, è una scelta. A me viene naturale, io sono un attore ma mi servo della storia per vivere un’avventura. Sia chiaro che la mia non è una critica, perché per esempio ammiro i miei colleghi che riescono a vendere un biscotto o una lattina: se dovessi fare quello diventerei un attore mediocre, perché non sarei in grado di fare quelle cose. Se vogliamo è un limite». Ama il teatro, si sente, e se si chiede a Benvenuti se il teatro riesce ancora a dare quello che trasmetteva prima lui dice che «sì, a me sì, ma ovviamente dipende da quello che si cerca. Si deve capire se si vuole fare il piacione o raccontare storie o ancora se si vuole stare in armonia. Se si vuole dire cose utili è bellissimo. Non giudico, perché ognuno sceglie liberamente, io personalmente voglio dare il meglio».
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Corriere Adriatico