Mika risponde ai ragazzi: «La più bella intervista che abbia mai fatto»

ANCONA - Ospite speciale. Michael Holbrook al Corriere Adriatico. O meglio Mika. Il popolare cantautore ha fatto visita alla nostra sede di Ancona dove è stato accolto dal...

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ANCONA - Ospite speciale. Michael Holbrook al Corriere Adriatico. O meglio Mika. Il popolare cantautore ha fatto visita alla nostra sede di Ancona dove è stato accolto dal direttore Giancarlo Laurenzi prima di intrattenersi con i giornalisti per una scambio di battute. Poi il direttore lo ha accompagnato nella visita ai locali del Corriere Adriatico dove sono conservate le pagine storiche e i meravigliosi cimeli che raccontano la storia del nostro giornale e del mondo che abbiamo raccontato (e che continuiamo a raccontare ogni giorno). A sorpresa, per l’artista, erano presenti una fila interminabile di giovanissimi che hanno voluto salutarlo e lo hanno presto bombardato di domande, svelandosi provetti giornalisti, tanto da far affermare all’artista che è stata la più bella e interessante intervista che abbia mai fatto. 


 
 

A rompere il ghiaccio Roberto che ha chiesto come è nato il format CasaMika e se ci sarà un seguito. «Non sono un giornalista e neppure un attore - ha detto l’artista - il mio filo logico erano le cose che volevo dire e le mie canzoni. È stato un programma complicato e faticoso. Eravamo una squadra di oltre 200 persone. Lo rifarei ma senza l’angoscia dell’auditel: non voglio essere schiavo della televisione». Poi Giulia ha chiesto cosa deve fare un giovane per intraprendere la carriera di cantante. Mika sorride e sentenzia: «Devi sapere perché vuoi fare un lavoro che può essere bellissimo, ma anche un inferno. Puoi ricevere applausi o schiaffi. Se lo devi fare perché vuoi visibilità e un facile successo è il mestiere sbagliato perché al primo tonfo cadi in depressione e scompari. Se invece pensi che hai delle cose da dire, insisti. Fatti sentire, manda provini. Utilizza i social. Non demordere. Ci vuole sempre un po’ di fortuna, ma vedrai che ce la puoi fare. E soprattutto: non devi essere timida».

Giovanni invece è curioso degli inizi. «Avevo 8 anni - racconta Mika - quando ho iniziato a cantare e per queste esibizioni mi pagavano. Da allora ho capito che avevo un valore e questo in un periodo della mia vita nella quale pensavo di non contare nulla. Ed è così che ho affrontato i miei momenti di approccio alla musica: dalla classica a quella pop. A 36 anni posso dire che se non c’è unità tra l’uomo di spettacolo e quello privato significa che qualcosa non funziona: entrambi devono avere la stessa tensione. La stessa tensione che voglio trasmettere al pubblico». Vittoria e Flaminia sono interessate ai video e chiedono a quale è più legato. «Tutti. Ogni video hanno una storia e anche i più semplici hanno un lavoro interiore, ma anche fisico tremendo. “Ice cream”, per esempio, solo se lo guardi attentamente comprendi il significato. L’importante e non limitarsi a fissare le belle ragazze che compaiono. Poi sono seguiti gli altri video. Un lavoro, anzi un viaggio che cambia secondo le tappe che raggiungo: il video deve avere un messaggio». 

Beatrice è curiosa sulla partecipazione a X Factor. «Pensavo a uno scherzo - ha confessato Mika - avevo appena finito un tour di due anni. Degli amici inglesi mi hanno spronato a farlo. Ed è così che ho accettato. In due mesi ho imparato l’italiano e sono salito in cattedra. Mi sono divertito».


La domanda finale riguarda Revelation, il tour che Mika porterà il prossimo 26 novembre al PalaPrometeo di Ancona. «Sarà una cosa sensazionale - afferma l’artista - ci saranno sette tir di materiale per allestire il palco che sarà composto da istallazioni. Un allestimento che sarà modulare: dal palazzetto da 2mila posti a quello da 20mila per dare a tutti lo stesso identico spettacolo. Uno show imperniato ovviamente su di me e sul singolo spettatore. È questo che mi propongo di fare: rendere il pubblico unico. Sarà una bellissima esperienza». 
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Corriere Adriatico