Un fuori abbonamento con una delle voci poetiche più intense della scena italiana: Mariangela Gualtieri arriverà a Fermo domani, martedì 5 marzo, alle 21, al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La migliore alleata è la poesia? Perché?
«Da un lato perché ricarica di forza e di vitalità le parole, parole che sono logorate dalla lingua di tutti i giorni e che sembrano depotenziate. E poi perché i poeti e le poete hanno cantato tutto, celebrato tutto e ci aiutano a comprendere l’umano e tutto ciò che lo circonda e lo tiene in vita».
Quali poesie presenterà?
«Comincerò dal Sermone ai cuccioli della mia specie, poi pescherò da varie mie raccolte edite, secondo un montaggio ritmico che alternerà testi più intimi a testi più battaglieri. E poi, visto che siamo a marzo, dedicherò qualche poesia alla primavera».
Cos’è per lei «l’incanto fonico» della poesia?
«È l’effetto dell’arte orale: quando tutto è al meglio, voce recitante, ascolto del pubblico, silenzio del luogo, forza del testo, allora l’attenzione dei presenti si fa quasi incantatoria, il respiro si fa molto sottile e leggero e parole e silenzio galleggiano, quasi si fosse in un viaggio astrale. Potrei dire che è la pienezza dell’udire».
Quanto serve, oggi, la poesia? E perché?
«Perché è rivoluzionaria, ci porta fuori dall’ordinario e parla al nostro io più profondo, quello che se ne sta nel nostro porto sepolto, per usare una bella immagine di Ungaretti, quello che non frequentiamo mai. Eppure è lì che ci sono le nostre meraviglie, è lì che veniamo davvero nutriti».
Non sembra molto amata a volte però.
«Eppure tanta gente è disposta a pagare un biglietto per ascoltare un poeta e questo mi sembra di buon augurio».
A scuola non piace imparare poesie a memoria, perché secondo lei lo si dovrebbe fare?
«Imparare le poesie a memoria significa farsi un regalo per sempre. Io ancora ricordo Davanti a San Guido di Carducci, imparata da mia sorella prima ancora che sapessi leggere e scrivere. Si possono imparare versi a memoria, anche solo qualche verso che può darci coraggio o rasserenarci, consolarci o esortarci».
Quali sono i suoi poeti preferiti?
«Fra i viventi Milo De Angelis che considero un maestro e un fratello, poi tanti altri, tante altre che cambiano di volta in volta a seconda delle letture del momento. Ora posso nominare Ida Travi, Alessandro Ceni, Antonella Anedda, Mariagrazia Calandrone. Fra quelli del passato prossimo e del passato remoto Dante, Dino Campana, Amelia Rosselli, Dylan Thomas, Emily Dickinson, Garcia Lorca, Arthur Rimbaud, Anna Achmatova, Marina Cvetaeva e tanti altri. Più gli anglosassoni e i russi dei francesi».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico