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FANO - Da un verso di una canzone di Ermal Meta è nato un progetto che vedrà i suggestivi spazi della Rocca Malatestiana di Fano, da oggi fino al 29 settembre, trasformarsi in una residenza d’artista. La manifestazione “No more wounds/Mai più ferite” ospiterà un convegno internazionale per la pace e 30 artiste e rappresentanti europee attiviste nel campo dei diritti delle donne: Casaluce Geiger (Italia), Margherita Cantiani (Italia), Eliza Hoxha (Kosovo), Ana Hribar (Slovenia), Shkipe Kamberi (Nord Macedonia), Elga Kolezi Mitre (Albania), Berta Milos (Croazia), Ezia Mitolo (Italia), Tamara Pavicevic (Montenegro), Alma Suljevic (Bosnia) e Darinka Pop Mitic (Serbia).
Le tragedie post-belliche
Il titolo del progetto intende, infatti, rappresentare le ferite delle guerre e le tragedie post-belliche.
L’unicità
L’unicità di questo workshop e della relativa mostra, sta nel far incontrare gli artisti di tutti i paesi dei Balcani e farli lavorare fianco a fianco, ognuno in una celletta o in un ambiente, per dare corpo alla loro idea. Promosso da Accademia belle arti Macerata, diretta da Rossella Ghezzi, dal Regional Women’s Lobby in South East Europe e Rti Rocca Malatestiana Fano e sostenuto da UNWomen (sezione delle Nazioni Unite dedicata all’uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne), il progetto è stato curato da Edita Tahiri (ex ministro del Kosovo e Presidente del Rwlsee) e Lucia Cataldo, museologa, in collaborazione con Massimo Puliani, direttore della Rocca, con Natalia Andrea Peral, di UN Peace and Devlopment Advisor (El Salvador) e con l’ufficio Erasmus dell’Accademia (Eleonora Sarti e Teresa Marasca). «La sfida è quella di proporre un’opera, una installazione oppure un disegno, uno schizzo o una tavola di progetto che rappresenti l’idea di ciascun artista, oltre ad un’opera collettiva di tutte le artiste insieme. - afferma Massimo Puliani - Le opere e i progetti saranno poi riuniti in una mostra, visitabile fino al 3 ottobre, nello spazio espositivo al primo piano della Rocca». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico