MACERATA - La 52° edizione del Macerata Opera Festival si apre domani, 22 luglio, con Otello, dramma lirico tratto dalla celeberrima tragedia shakespeariana, basato sul...
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Impera il Leone di Venezia, simbolo del potere che Otello ha contribuito a rafforzare, ma è il nero di Francisco Goya a fare da sfondo alla scena e l’azione è scandita dal moto dell’acqua (con il supporto delle videoproiezioni), un mare che cresce seguendo la violenza delle azioni fino a portar via tutto e placarsi solo quando il dramma è compiuto. Al centro c’è Jago, vero protagonista della produzione di Azorin. Egli è il motore da cui dipendono le gesta dei personaggi, in particolare quelle di Otello, raffigurato come un anti-eroe dilaniato dalla paura di perdere l’amata Desdemona a causa delle differenze di età, censo ed etnia.
Le fragilità di Otello sono linfa vitale per Jago. Più che la gelosia è la perfidia la causa prima che spinge Otello all’omicidio. Il tema della discriminazione e la forza universale della musica di Verdi s’intrecciano nello spettacolo di Azorin. In buca l’Orchestra Regionale delle Marche è diretta da una delle bacchette italiane più presenti nelle stagioni d’opera dei tre continenti, Riccardo Frizza, mentre Carlo Morganti guida il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”. In palcoscenico un verdiano rodatissimo come Stuart Neill è Otello mentre Roberto Frontali è Jago. Jessica Nuccio interpreta Desdemona, debutta Davide Giusti, tenore marchigiano classe 1986, nel ruolo di Cassio. Otello non è un titolo ricorrente nella programmazione dello Sferisterio, ma ha segnato pagine importanti nella storia dell’Arena Maceratese. La prima produzione è datata 1967, anno che vede il ritorno dell’opera allo Sferisterio dopo l’interruzione del 1922.
La regia è di Gian Carlo Del Monaco, la direzione di Giuseppe Morelli con Mario Del Monaco nei panni del Moro, Aldo Protti in quelli di Jago e Antonietta Cannarile-Berdini in quelli di Desdemona. Per rivedere Otello bisogna attendere il 1980, questa è la volta di Guy Chauvet, Silvano Carolli e Lella Cuberli che portano in scena il dramma di Verdi sotto la direzione di Ettore Gracis per la regia di Dario Dalla Corte. L’ultima rappresentazione è invece del 1999, con Renato Bruson nei panni di Jago. Con lui Vladimir Galouzine e Lucia Mazzaria. Regia di Philippe Arlaud e direzione di Donato Renzetti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico