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MACERATA - «C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole…», scrive il Poeta. Possiamo far nostro il verso pascoliano per la stagione dello Sferisterio di Macerata che sta per aprirsi? Sì, perché l’incipit artistico nel grande contenitore all’aperto è quest’anno affidato a due interessanti concerti, entrambi legati a Ludwig van Beethoven, che precedono l’avvio dei titoli dedicati al melodramma, a partire da “Tosca” di Giacomo Puccini.
Il calendario
Andiamo con ordine. A salire per primo sul podio, oggi martedì 19 luglio (ore 21) alla guida dell’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, è un maestro che non ha bisogno di presentazioni, tale da lungo tempo è la sua fama internazionale: Zubin Mehta. Il quale in sintonia coi tempi difficili che stiamo vivendo e le speranze di superarli propone al pubblico la Sinfonia n.9 in re minore op.125 del sommo compositore (l’anno è il 1823), che con il celebre finale sull’ode “An die Freude” (“Alla gioia”) di Friedrich Schiller, affidato al coro e a quattro voci soliste (allo Sferisterio il soprano Mandy Fredrich, il mezzosoprano Marie-Claude Chappuis, il tenore Aj Glueckert e il baritono Florian Boesch), rivela di aver abbracciato alla fine del suo esemplare percorso musicale un ideale di religiosa solidarietà umana, lasciando alle spalle l’individualismo eroico della terza e della quinta sinfonia: con un inno di gioia e di fiducia nell’uomo, nella grandiosa doppia fuga finale, culmine del titanico lavoro.
Giovedì 21 (sempre alle ore 21) il noto maestro coreano Myung-Whun Chung, con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, riprende il Beethoven sinfonico allineando nel programma la Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 (la “Pastorale”, del 1808) e la Sinfonia n.7 in la maggiore op 92 (del 1812). Nell’una, un quadro rasserenato di vita campestre che risuona come un inno alla pace, dove sembra di cogliere nella natura un senso panteistico della presenza divina; nell’altra, l’espressione di una robusta e gioiosa ebbrezza della danza che nel mirabile, pensoso “Allegretto” del secondo tempo si apre con rapinosa mestizia a scrutare le profondità dell’animo umano.
La stagione lirica comincia venerdì, 22 luglio (ore 21), con “Tosca” di Puccini, melodramma in tre atti (prima rappresentazione a Roma nel 1900) su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
L’opera pucciniana appartiene al grande repertorio, ma richiede un’opportuna consonanza di intenti scenici, vocali e musicali, al fine di esprimere compiutamente le marcate sfaccettature di una partitura ricca di momenti realistici di piena evidenza drammatica, di espressioni passionali che acquistano in Scarpia sottili venature di sadismo; ancora, di una struggente mozione degli affetti che nel canto appassionato dei due amanti si piega a un lirismo fatto di reciproca, cocente passione dei sensi. Che sempre fanno vibrare all’ascolto le corde dell’emozione.
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