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MACERATA - È arrivato il giorno del debutto ufficiale di “Lucia di Lammermoor”: dopo l’anteprima giovani di giovedì scorso, andrà in scena oggi, sabato 12 agosto, alle ore 21 allo Sferisterio di Macerata. Repliche in programma lunedì 14, giovedì 17 e sabato 19 agosto. Erano vent’anni che il capolavoro di Gaetano Donizetti non veniva messo in scena allo Sferisterio e oggi, che torna, promette di trasportare il pubblico ed emozionarlo con le melodie immortali e il fascino del belcanto. Il tutto con atmosfere gotiche e ricostruzioni fatte con effetti speciali che coinvolgono immagini dei castelli e delle scogliere scozzesi.
La coproduzione
L’opera è realizzata in co-produzione con “Les Chorégies d’Orange”, un festival lirico nella città francese di Orange, località nota per un festival lirico simile al Macerata Opera Festival, che si svolge ogni anno in un imponente teatro romano.
La storia
Il pubblico avrà modo di vedere uno spettacolo che si caratterizza per essere un piccolo angolo di romanticismo letterario. Al centro, come noto per chi segue l’opera, la storia struggente di Miss Lucia che avrà la peggio di fronte al cinismo di chi va contro i suoi sentimenti solo per interessi personali. Scene emozionanti che richiamano alla Scozia e un videomapping, che proietterà le immagini sia a terra che sul muro dello Sferisterio, richiameranno l’ambientazione scozzese della storia originale. La “Lucia di Lammermoor” che si vedrà a Macerata si caratterizza per due particolarità: in primis per la presenza di quella che viene comunemente definita “scena della torre”, che spesso viene tagliata, e poi la cosiddetta “scena della pazzia”, che sarà accompagnata dalla musica della glassarmonica, conosciuta anche come armonica a bicchieri, che proprio Donizetti aveva previsto nella partitura dell’opera.
Lo strumento unico
Strumento in passato collegato alla follia, la glassarmonica servirà in scena proprio per restituire e accompagnare la perdita della ragione della protagonista. A suonare lo strumento, che il più delle volte viene sostituito dal flauto, sarà uno dei pochissimi artisti che ancora lo suonano, il tedesco Sascha Reckert. La regia dello spettacolo è affidata a Jean Louis Grinda, le scene sono state realizzate da Rudy Sabounghi, i costumi da Jorge Jara. Il video design è stato predisposto da Etienne Guiol, realizzato da Malo Lacroix e le luci sono di Laurent Castaingt. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico