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LORETO - Il velo bianco che Maria, giovane e bellissima, solleva sulla testolina del Bambino ridente, nel quadro “La Madonna di Loreto” di Raffaello, è il simbolo della mostra, che si inaugura oggi al Museo Pontificio Santa Casa. L’evento espositivo, infatti, è finalizzato a “sollevare il velo” sulla complessa vicenda di quest’opera. “La Madonna di Loreto di Raffaello - Storia avventurosa e successo di un’opera”, s’intitola la mostra che, rinviata più volte a causa della pandemia, resterà aperta a Loreto fino al 17 ottobre. “La Madonna del Velo” è il titolo originale del dipinto raffaellesco, che più di altre sue opere ha avuto circa un centinaio di repliche, e ancora più riproduzioni a disegno e incisione. Dell’originale, già esposto nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, fu fatta una pregevole replica, per essere donata al Santuario della Santa Casa. Collocata nella Sala del Tesoro nel 1717, vi rimase fino a una data attorno al 1797, quando probabilmente fu trafugata dai Napoleonici. Il motivo del dono, come il secondo titolo dell’opera, deriva dal fatto che il dipinto raffigura la Sacra Famiglia – Madre e Figlio in primo piano, e un anziano san Giuseppe alle spalle di Maria – nella capanna di Nazareth, la stessa che, traslata a Loreto, è diventato il cuore della Basilica, mèta di pellegrinaggi. Per raccontare la storia di questa iconografia raffaellesca, la mostra, con la supervisione e il contributo dei Musei Vaticani, ha una struttura singolare, di particolare fascino. Tre sono le tappe in cui si articola: in una prima sala viene ricostruita e illustrata filologicamente la storia della committenza dell’opera di Raffaello; segue, nel Salone degli Svizzeri, un contesto in cui, grazie a una multivisione immersiva, il visitatore “entra” nell’anima del dipinto e delle sue riproduzioni. Alcune sono presenti in mostra, mentre altre sono proposte con la realtà virtuale. I dettagli più affascinanti di alcune opere saranno rivelati, infine, nella terza sala, da un enorme schermo, ad altissima definizione.
Il pubblico sarà così in grado, grazie alla tecnologia interattiva touchless, di richiamare, a sua scelta, puntando la mano da lontano, i contenuti della mostra.
Corriere Adriatico