"I Capuleti e i Montecchi" di Bellini in scena al Teatro Pergolesi di Jesi: mancava da 188 anni

"I Capuleti e i Montecchi" di Bellini in scena al Teatro Pergolesi di Jesi: mancava da 188 anni
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JESI - Il teatro Pergolesi di Jesi quest’anno diversifica la sua stagione lirica in corso in modo intelligente e stimolante. Dopo l’apertura di successo all’insegna del grande repertorio, con “Il trovatore” di Verdi, il programma continua con un appetibile secondo titolo di cartellone: “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini (questa sera, venerdì 4 novembre alle ore 20.30, con replica domenica 6 novembre alle 16), opera di grande fascino e di non frequente esecuzione teatrale. Tanto che manca da Jesi da ben 188 anni. La direzione dell’opera è affidata al maestro Tiziano Severini, alla guida della Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana, il coro è l’Iris Ensemble condotto da Marina Malavasi, la regia è di Stefano Trespidi, con le scene e i costumi di Filippo Tonon e con Bruno Ciulli quale light designer.

 


La compagnia di canto


Nella compagnia di canto figurano il soprano Francesca Pia Vitale nel ruolo di Giulietta, il tenore Davide Tuscano in quello di Tebaldo (entrambi, vincitori del Concorso Internazionale per cantanti Toti Dal Monte), il mezzosoprano Paola Gardina che interpreta en travesti il ruolo di Romeo; e ancora il basso-baritono William Corrò per la parte di Lorenzo e il basso Abramo Rosalen per quella di Capellio. Presentazione alla stampa in modo spontaneo e originale, fuori da ogni ufficialità : i presenti in circolo seduti attorno al maestro Severini, con a fianco gli interpreti di Romeo, di Giulietta e di Tebaldo. Lui con tanto di spartito dell’opera in mano pronto ad illustrarla e ad evidenziarne alcuni momenti topici anche intonandone sommessamente la musica e il canto, con l’aiuto dei cantanti stessi (con Gardina-Romeo e Vitale-Giulietta credibili già solo a vederli, nel ruolo dei due infelici amanti). Qualche utile aggiunta sulle vicende legate all’opera, una tragedia lirica in due atti, liberamente ispirata all’immortale dramma shakespeariano, su libretto di Felice Romani, che ebbe la sua prima rappresentazione al Teatro La Fenice di Venezia l’11 marzo 1830, e che piacque da subito al pubblico e alla critica, grazie anche all’interpretazione del mezzosoprano Giuditta Grisi (sorella del celebre soprano Giulia) nel ruolo maschile di Romeo.


Un noto episodio accompagna peraltro il primo percorso dell’opera: quattro anni prima (1826) lo stesso libretto di Romani era stato messo in musica, con il titolo “Giulietta e Romeo”, dal marchigiano (di Tolentino) Nicola Vaccaj, il cui finale - l’aria di Romeo “Ah, se tu dormi svegliati”- venne due anni dopo a Bologna adottato dalla grande Maria Malibran (la Callas del tempo, e forse anche più), che preferì appunto il finale di Vaccaj a quello di Bellini. Cantando in coppia con la sorella Giulia, nel ’36 anche la stessa Giuditta ripiegò sulla musica del nostro compositore corregionale. Un ricordo doveroso: il lavoro di Vaccaj è stato messo in scena al Pergolesi nella stagione lirica 1996. Il direttore, allora come ora, era lo stesso Tiziano Severini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico