CIVITANOVA – E’ uno degli eventi clou dell’estate musicale marchigiana. E avrà luogo venerdì 7 agosto sul palcoscenico dello Shada. Grazie al direttore artistico Aldo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Oltre agli impegni dal vivo, Gino Paoli è tornato in studio con Danilo Rea per lavorare al terzo capitolo della loro avventura musicale in duo con un nuovo disco dedicato ai capolavori della musica francese, la cui uscita è prevista in autunno.
Il mare, la sabbia, uno spicchio di luna, nel cuore di agosto: gli ingredienti ci sono tutti. Che concerto sarà?
(Ride) L’Adriatico è uno scenario perfetto, anche se per me che sono “uomo di scoglio” – in Liguria sono solo sassi – la sabbia è una cosa insolita. Mia moglie invece è innamorata della sabbia…Ecco, cantando penserò a lei! Per il resto sarà un concerto dei miei, con le mie canzoni.
Lei è un’icona della canzone d’autore italiana: dai suoi 80 anni compiuti, come vede la musica italiana? In che stato versa?
Mi pare che la tendenza sia che la canzone è tornata a essere un accompagnamento, un’atmosfera, piuttosto che un’espressione diretta. Le faccio un esempio: io non riesco ad ascoltare la musica e insieme a fare dell’altro. Invece oggi la musica si può sentire facendo altre cose. Io credo che la buona musica, così come qualsiasi altra forma d’arte, è quella capace catturarti completamente e di emozionare. Se manca l’emozione diventa semplice intrattenimento.
E secondo lei, i tanti talent show che sembrano essere l’unica strada per il successo dei giovani oggi, lo sono davvero?
Non credo: i talent possono essere un mezzo per scovare il talento, per cui ritengo che l’intenzione sia giusta. E’ il loro meccanismo con il filtro del mondo del business che non piace, e che ritengo sbagliato.
C’era una volta la scuola genovese: chi le manca di più fra i suoi colleghi?
Io non parlerei proprio di una scuola. Mi piace ricordarli come amici di cui ho nostalgia, quello che realmente sono per me, non penso a loro come cantautori. Eravamo molto affiatati, tutti uno diverso dall’altro. Non volevamo fare delle canzoni che piacessero agli altri, avevamo solo l’esigenza di esprimere qualcosa. Pensando a Bindi, Tenco e Lauzi mi emoziono. Siamo cresciuti insieme, sono gli amici di una vita: ad esempio Luigi era come un fratello minore, e Bruno mi manca moltissimo anche se litigavamo sempre. Aveva un coraggio da leone e una capacità unica di prendere la vita con senso dell’umorismo. Nei miei concerti ci sono sempre anche loro.
Ha scritto dei capolavori in musica: riesce a dire a quale sua canzone si sente più legato?
(ride) È come se chiedessero a uno che ha scritto un libro quale pagina preferisce…Non saprei dirlo, ogni canzone che ho scritto è legata a quella prima e a quella dopo. Non ce n’è una in particolare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico