Francesca Brienza, lady Garcia «Io tifosa, scusate, che male c'è?»

Francesca Brienza, lady Garcia: «Io tifosa, che male c'è?»
Francesca Brienza gioca tra le linee, tanto per usare un gergo calcistico. Tra Quelli che il calcio e Tiki Taka. Nella scorsa stagione l'abbiamo vista anche in esterna a...

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Francesca Brienza gioca tra le linee, tanto per usare un gergo calcistico. Tra Quelli che il calcio e Tiki Taka. Nella scorsa stagione l'abbiamo vista anche in esterna a Buongiorno Benessere nel sabato mattina di Raiuno.


Opinionista, inviata, ma quando vedremo Francesca Brienza in conduzione?
«Quando ci saranno i tempi e le occasioni giuste. Qualcosa in pentola bolle».

Calcio o intrattenimento?
«Vivendo di calcio preferirei una trasmissione sportiva, ma va benissimo anche l'intrattenimento. Ho imparato pure a cucinare».

Le donne in tv si sono prese il pallone.
«Finalmente si investe più nella conduzione femminile. Non siamo solo quelle votate alla lettura dei social, ruolo che ho sempre rifiutato».

Quest'anno a Tiki Taka c'è Wanda Nara, la conosce?
«Solo le sue qualità manageriali, sono curiosa di scoprire che tipo di donna sia».

Come sta mister Garcia? È un vantaggio o uno svantaggio essere legata a un volto noto del calcio?
«Diciamo che non è stato mai un vantaggio. Anche perché né io né lui ci siamo intromessi nella vita lavorativa del partner».

Tanti conduttori nascondono la fede calcistica. Lei ha sempre detto di essere tifosa della Roma.
«Non ci trovo nulla di male a dirlo. Accade anche tra i calciatori. Il primo che mi viene in mente è Romagnoli. Non ha mai nascosto di essere tifoso laziale anche quando ha indossato la maglia della Roma e ora quella del Milan. Quando c'è professionalità nessuno si ricorda di quale squadra tu sia tifoso».

E allora perché i conduttori non lo dicono?
«Apprezzo chi si espone più di coloro che lo tengono nascosto. Forse si ha paura di perdere credibilità, ma il tifoso è diverso dal giornalista. L'obiettività e il distacco sono le caratteristiche di un buon conduttore».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico