Il pittore e incisore del Seicento Giuseppe Diamantini dalle Marche a Venezia, Fossombrone dedica una bella esposizione a uno dei suoi figli più illustri

Tanti visitatori alla mostra dedicata al pittore e incisore Giuseppe Diamantini
FOSSOMBRONE - Va assaporata in tutte le sue sfaccettature la mostra a cura di Anna Maria Ambrosini Massari, Marina Cellini e Marco Luzi “Giuseppe Diamantini, pittore e...

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FOSSOMBRONE - Va assaporata in tutte le sue sfaccettature la mostra a cura di Anna Maria Ambrosini Massari, Marina Cellini e Marco Luzi “Giuseppe Diamantini, pittore e incisore. Dalle Marche a Venezia” a Fossombrone. Nella sua dimensione divulgativa che pone alla ribalta la figura di un artista molto operoso nella metà del Seicento, ma poco conosciuto dal grande pubblico e nella sua dimensione scientifica, è il risultato di una ricerca sulla produzione pittorica e grafica dell’artista forsempronese che regala alla storia dell’arte un’altra luce sul contesto dell’epoca.


Perché indagando nella biblioteca locale e nel Fondo Ubaldini della Biblioteca Archivio Capitolare Civica di Urbania, i curatori hanno trovato documenti fondamentali. La vera data di nascita (1623 e non 1621), il suo testamento e lettere con la committenza. Dati che hanno consentito di approfondire la sua formazione, avere una nuova lettura della sua cifra e di (ri)scoprire la sua multiforme produzione. «Abbiamo adesso certezza che fosse a conoscenza dei prototipi del Guerrieri – spiega la curatrice Ambrosini Massari - della scuola bolognese di Cantarini, che era affascinato dalla pittura di Cagnacci e che si è confrontato con la scuola pittorica veneziana di Pietro Liberi». Nel corpus della mostra - 34 dipinti a olio su tela, una ricca selezione di disegni e 36 incisioni - è possibile osservare l’eleganza, la carnalità e la sensualità del linguaggio stilistico con cui affronta miti, allegorie e temi biblici. La mostra è stata anche l’occasione per individuare nuovi quadri del Diamantini - Anna Maria Ambrosini Massari ne ha scoperto uno esposto in una delle sale del rettorato dell’Università di Urbino - e per restaurare diversi dipinti: il “Putto” dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, “Ester e Mardocheo” della Pinacoteca di Faenza, la pala “Madonna con il Bambino, i santi Bartolomeo, Caterina d’Alessandria e le anime purganti” del Duomo di Fossombrone, mentre conservativo, il restauro di “Betsabea al bagno” della diocesi di Belluno e Feltre.

Infine, colpisce la scelta delle sedi espositive, la splendida Chiesa di San Filippo (che già da sola vale la visita) e la Pinacoteca Civica. Luoghi distanti ma uniti da un percorso fatto di scalinate da cui immergersi nel panorama. Curatore delle incisioni, Luca Baroni. Fino al 17 ottobre, tutti i giorni, salvo il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Info: 0721723263. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico