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FANO - A Passaggi Festival di Fano sarà presentato oggi alle 19, alla chiesa di San Francesco, il “Più diritti per streghe malvagie” (Giaconi Editore) con tre delle autrici (Giuditta Giardini, Roberta Capozucca e Carolina Iacucci) intervistate da Maria Antonietta. Un libro che ripercorre venticinque storie di “eretiche”, donne illustri e personaggi leggendari che, contrariamente alla tradizione, non sono tratte dalla Bibbia, ma che con le storie bibliche si pongono in un rapporto di dialogo. Storie di donne che sono cresciute, hanno vissuto o comunque calpestato la terra marchigiana, raccontate da dieci autrici, 27 illustratrici e tre madrine: aggiungendo che la grafica che ha curato il progetto è donna così come l’editrice.
Il progetto
«Il progetto è nato a New York - racconta Giuditta - dove ero in quel momento e nasce da due sentimenti: il primo verso i tanti uomini non scendono in piazza per i diritti femminili, l’altro verso una riscoperta dei territori della nostra terra, di tutte le Marche». Il curioso titolo nasce per un motivo «Anche come autrici siamo tutte marchigiane, ma molte di noi lavorano all’estero. Per questo l’appuntamento per parlare del progetto era la domenica pomeriggio: a seconda del fuso orario, per qualcuna era notte fonda e da lì il pensiero al “sabba della domenica”». È un libro che nasce per i bambini, ma non solo «nasce per i bambini perché vorremmo offrire loro una educazione diversa, un modo di raccontare la storia dal punto di vista femminile. Pensate alla Giuditta del Caravaggio e a quella di Artemisia Gentileschi: fino ad oggi, l’interpretazione della storia è stata affidata prevalentemente agli uomini». L’altra curiosità del libro è che può essere anche uno stimolo “turistico”: «Attraverso queste donne abbiamo raccontato anche la storia e l’evoluzione dei luoghi della nostra regione: si può seguire la strega di Farneta, o scoprire dettagli meno noti del Palazzo Ducale di Urbino o dei Monti Sibillini, fino al “cammino delle streghe”».
Le streghe di oggi
Ma quali sono le streghe oggi? «Sono quelle donne che hanno capito che questa Società non le rappresenta e che c’è tanto lavoro ancora da fare.
Corriere Adriatico