Lakecia Benjamin, uno dei nomi nuovi d'oltreoceano, a Fano Jazz By The Sea con un mix di energia e passione

Lakecia Benjamin, uno dei nomi nuovi d'oltreoceano, a Fano Jazz By The Sea con un mix di energia e passione
FANO - È uno dei nomi nuovi del jazz d’oltreoceano, uno dei più talentuosi, come sassofonista ma anche come musicista, a salire sul main stage della Rocca...

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FANO - È uno dei nomi nuovi del jazz d’oltreoceano, uno dei più talentuosi, come sassofonista ma anche come musicista, a salire sul main stage della Rocca Malatestiana di Fano Jazz By The Sea domenica alle 21,30: Lakecia Benjamin, compositrice e band leader, in un mix di energia e passione, proporrà il suo nuovo disco Phoenix, un album che partendo dall’humus culturale afroamericano riflette bene il presente e si proietta verso il futuro. Suo mentore è stato il sassofonista Gary Bartz che l’ha introdotta all’arte dei grandi maestri del sax come Charlie Parker, Jackie McLean e Coltrane.

 


Le radici comuni


Nel brano di apertura di Phoenix, “Amerikan Skin”, c’è l’attivista e scrittrice afroamericana Angela Davis, mentre in “Supernova” si ascolta la voce di Wayne Shorter. «In Phoenix ho voluto coinvolgere persone che non solo fossero in sintonia con la mia musica, ma che testimoniassero le nostre comuni radici», specifica Lakecia Benjamin. «Nel mio tour in Italia ho intenzione di fare una vera esperienza di vita insieme. Per connettersi e condividere il viaggio. Faremo festa, balleremo, rideremo ma soprattutto condivideremo l’esperienza insieme».


Le recensioni


Phoenix ha ricevuto finora recensioni straordinarie, una black music colta, che conferma la versatilità di Lakecia nel combinare creatività e impegno politico e sociale: «Penso che questo album mostri solo l’evoluzione di me come persona e come cerco di evolvermi costantemente e non smettere mai di crescere. Questo è il mio album più personale e serio. Il mio obiettivo è connettermi direttamente ai miei fan a livello spirituale e umano». Un progetto di grande qualità che annovera ospiti come Dianne Reeves, Georgia Anne Muldrow, Patrice Rushen, Sonia Sanchez, Angela Davis e Wayne Shorter: «Volevo creare un album - prosegue Lakecia - che incontrasse le persone dove si trovano in tempo reale. Ciò riflette i tempi in cui viviamo fisicamente, spiritualmente ed emotivamente. Non puoi sempre controllare le circostanze in cui puoi fare arte. Ma puoi assicurarti che il tuo cuore si senta appassionato e racconti la storia in modo comprensibile per l’ascoltatore».

In una precedente intervista, la sassofonista nata e cresciuta a New York ha affermato di sentirsi una Fenice, «ma penso anche che siamo tutti qui allo stesso modo: tutti sulla terra in questo momento hanno le proprie lotte su e giù ed è in costante crescita e apprendimento proprio come la Fenice. Credo che stiamo tutti condividendo questa esperienza. È la natura dell’esperienza umana».


Il ruolo di New York

 


Crescere a New York ha influenzato notevolmente la sua musica: «Quando una città è un grande contenitore di tutte le razze e tutte le culture è inevitabile crescere apprezzando questo, apprezzandone le sfumature e la ricchezza ed è quasi automatico tradurlo in musica». Alcuni incontri hanno segnato inevitabilmente la sua carriera musicale e la sua umanità, come quelli con Steve Wonder e Alice Coltrane, ma in Phoenix c’è un featuring dell’attivista per i diritti civili Angela Davis, come se la musica possa ancora avere un ruolo nella rivoluzione: «Credo che la musica sia un riflesso dei tempi. Quindi, se c’è già una rivoluzione in corso, può esserlo. Ma se c’è pace in corso, questo lo riflette. È uno specchio per mostrarci dove siamo». Info: Fano Jazz Network 07211706616. Whatsapp o sms 3886464241. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico