“​Anarcord” al Gentile di Fabriano La storia dell'anarchico Luigi Fabbri

Oreste Aniello e Francesco Faggeti
FABRIANO - Non tutti si sentono a proprio agio sui social, ma se un anarchico dovesse fare oggi propaganda aprirebbe forse, suo malgrado, una pagina Facebook o un profilo...

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FABRIANO - Non tutti si sentono a proprio agio sui social, ma se un anarchico dovesse fare oggi propaganda aprirebbe forse, suo malgrado, una pagina Facebook o un profilo Instagram. Anche l’anarchico Luigi Fabbri, nato a Fabriano nel 1877, si confrontò con un mondo in rapido cambiamento che dall’illusione della rivoluzione rossa, negli anni ‘19-20, portò ai totalitarismi degli anni ‘30. Ma come avrebbe reagito Fabbri al mondo digitale? “Anarcord - L’ulcera dell’anarchico Fabbri” di Lorenzo Allegrini gioca su questo sovrapporsi di epoche per raccontare, con ironia, lo straniamento di una persona sensibile. Fino alla morte, nel 1935, in esilio a Montevideo, dove Fabbri era fuggito per la persecuzione del fascismo.


Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione Culturale Talia, andrà in scena da domani a domenica (ore 21,15, domenica alle 17,30) al Teatro Gentile di Fabriano, con la regia di Mauro Allegrini e l’aiuto regia di Andrea Barocci. Oreste Aniello, nei panni di Fabbri, dovrà guardarsi da Francesco Faggeti, che interpreterà Duodeno, l’ulcera dell’anarchico, maschera che attinge alla tradizione della commedia dell’arte. 
Le musiche sono del maestro Marco Agostinelli, che suonerà dal vivo, mentre l’artista Massimo Melchiorri ha creato una vera e propria installazione come scenografia. Di Gabriele Guglielmi i video che saranno proiettati durante lo spettacolo. Per rendere più raccolto e suggestivo l’ambiente, ogni replica avrà solo 90 posti e la tribuna sarà montata sul palcoscenico del teatro. “Anarcord”, titolo che gioca con le parole anarchia e amarcord, è il secondo testo teatrale del fabrianese Lorenzo Allegrini dopo “Rabbit! - La Mossa del coniglio”, che ha debuttato al Gentile nel 2015. A settembre Allegrini ha anche pubblicato il poema “Apocalisse Pop!”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico