Bocci riceve il premio alla carriera e incita le Marche ferite: «Mai mollare»

L'attore Cesare Bocci acon Paolo Notari nella sala della Fondazione Carifac FOTO NEW ZOOM
FABRIANO - Lotta serrata nella sezione poesia del nono Premio nazionale “Città di Fabriano”. I tre contendenti si sono scontrati fino all’ultimo...

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FABRIANO - Lotta serrata nella sezione poesia del nono Premio nazionale “Città di Fabriano”. I tre contendenti si sono scontrati fino all’ultimo voto, con il trionfo finale di Tiziano Broggiato (“Preparazione alla pioggia” Italic PeQuod). Tutto già deciso invece per la sezione narrativa: il vincitore unico è stato Franco Cordelli, premiato per il romanzo “Una Sostanza Sottile” (Einaudi). Dopo un dialogo con il giornalista Rai Paolo Notari, grande emozione per la consegna del Premio alla carriera a Cesare Bocci .


Dal teatro alla televisione passando attraverso l’impegno per la sua Camerino colpita dal sisma. Questo è Cesare Bocci ieri nelle Marche per ricevere il premio alla carriera nell’ambito del “Città di Fabriano”. Un attore apprezzato e amato non solo per il ruolo di Domenico “Mimì” Augello, il vice di Montalbano, ma anche per una sensibilità fuori dal comune svelata nel raccontare il percorso di recupero della moglie (colpita da ictus mentre dava alla luce la figlia) nel libro autobiografico “Pesce D’Aprile”. 
 In molti ricordano la foto di Bocci con la maglia dell’Università di Camerino con lo slogan #ilfuturononcrolla. 
«Io - ha sttolineato - sono figlio di questo territorio. Mio fratello, mia madre e mia sorella sono stati colpiti dal terremoto. Ricopro un ruolo pubblico e bisognava metterci la faccia, mettendomi a servizio di chi sta soffrendo. Non possiamo far morire Camerino e i piccoli borghi. Il terremoto è come una malattia, se ci arrendiamo è finita. Mai arrendersi perché il futuro può essere nostro». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico