Enrico Rava giovedì in concerto ad Ancona: «Continuo a suonare per vivere attimi di magia»

Enrico Rava nella foto di Roberto Cifarelli fornita dall'ufficio stampa
«Continuo a suonare per vivere attimi di magia». Alla soglia degli 84 anni, Enrico Rava è ancora un grande protagonista della scena jazzistica italiana. Si...

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«Continuo a suonare per vivere attimi di magia». Alla soglia degli 84 anni, Enrico Rava è ancora un grande protagonista della scena jazzistica italiana. Si esibirà giovedì 6 luglio (alle 21,30) alla Mole Vanvitelliana per Ancona Jazz, 40 anni dopo la prima volta. Era il 1983, al teatro Sperimentale. Rava sarà l’ospite speciale del trio capitanato dal giovane pianista Alessandro Lanzoni, con Gabriele Evangelista al contrabbasso e Enrico Morello alla batteria. «Non c’è nessun vantaggio dall’invecchiare. Non è vero che si diventa più saggi. Si commettono gli stessi errori di sempre e ci si rincoglionisce. Oltre tutto i muscoli facciali che servono per suonare la tromba sono in decadenza. Per cui occorre suonare tutti i giorni per almeno un’ora e sia fa sempre più fatica» afferma al Corriere Adriatico il più famoso jazzista italiano nel mondo. Per non parlare dei trasferimenti per i concerti che sono sempre più faticosi. 


La musica


La vita da musicista richiede un sacrificio maggiore. «Continuo a suonare per vivere sublimi momenti di comunicazione tra i musicisti durante i concerti. Attimi di magia. Che non sempre accadono» aggiunge il trombettista cresciuto a Torino. Ma Rava sa scegliere bene i suoi compagni di viaggio. Rifiuta l’etichetta di talent scout anche se ha lanciato diversi giovani, fra i quali Stefano Bollani e Fabrizio Bosso. E, non a caso, Evangelista e Morello, che compongono il trio guidato da Lanzoni, collaborano con Rava nel New Quartet. «I giovani di oggi sono preparatissimi e danno energia alla musica. E grazie a loro resto in contatto col panorama musicale odierno. I colleghi della mia età spesso preferiscono rifugiarsi in ciò che suonavano 40 anni fa ma io non riesco. È noioso», osserva Rava, che ha ascoltato una quantità inverosimile di musica. Non manca giorno che non senta Miles Davis, Chet Baker, Sonny Rollins e, soprattutto in questo periodo, Bix Beiderbecke di cui è un grande fan.

Le passioni

«Un disco per i neofiti del jazz? Porgy and Bess di Miles Davis» replica lo stesso artista, grande appassionato di letteratura. E allora replichiamo il gioco e gli chiediamo un libro per appassionarsi alla lettura. Il jazzista cita, per gli italiani, “Un giorno di fuoco” di Beppe Fenoglio e uno dei libri di Andrea Camilleri su Salvo Montalbano. Per gli stranieri sceglie Michael Connelly. Quanto al jazz ammette che può diventare inascoltabile se gli interpreti sono fuori forma e di conseguenza le improvvisazioni risultano scadenti (nella musica sinfonica la bellezza della composizione resta al di là degli esecutori). E fedele al suo libro “Note necessarie” odia i soli troppo lunghi. Ma la vera «tragedia» della musica, come egli stesso la definisce, è la scomparsa dei negozi di dischi, determinata dall’avvento della digitalizzazione. Le copie dei dischi venduti sono crollate. «Oggi la musica è usa e getta. L’ascoltatore compra 1 o 2 brani di un lavoro che così perde il suo valore e la sua identità» commenta Rava. La società preferisce l’esperienza di un ascolto frugale al possesso del disco che consente una maggiore attenzione e rispetto del lavoro dell’artista. Ecco che il concerto live diventa il momento per esprimersi e incontrare il pubblico. Quel pubblico che giovedì ad Ancona tornerà ad abbracciare uno dei suoi beniamini.

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Corriere Adriatico