Suona chitarra e scrivi la storia. Il ministero dello Sviluppo economico ha concesso alla Eko il titolo di patrimonio nazionale

Un giovanissimo Mick Jagger con la sua Eko 12 corde
RECANATI - Era il lontano 1959, quando Oliviero Pigini diede vita ad una delle aziende di strumenti musicali più importanti e tuttora rilevanti nel panorama internazionale,...

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RECANATI - Era il lontano 1959, quando Oliviero Pigini diede vita ad una delle aziende di strumenti musicali più importanti e tuttora rilevanti nel panorama internazionale, la Eko. Da allora una lista davvero interminabile di artisti, italiani ed internazionali, ha avuto la possibilità di imbracciare una chitarra Eko.

 

Un “must” per chi aveva ed ha a che fare con lo strumento a 6 corde e non solo. Arriva quindi non a caso il prestigioso riconoscimento del Ministero dello sviluppo economico (Mise) come marchio storico del patrimonio nazionale, un onore concesso a pochi marchi italiani.

 


Il suggello
Un suggello che giunge ad impreziosire la lunghissima carrellata di grandi artisti e personaggi che hanno stretto fra le mani in qualche modo una Eko. Dai gruppi più in voga degli anni ’60 fra cui i Rokes, New Dada, i Ribelli, i Kings, i Fuggiaschi, le Snobs, per arrivare poi ad esempio a Gerry Rafferty cantante dei Stealers Wheel o Jimmy Page de i Led Zeppelin o Mike Rutherford chitarrista de i Genesis. Anche il grande Mick Jagger nella lista degli Eko addicted. Questi sono solo alcuni degli artisti che si esibivano negli anni 70 con la storica chitarra Eko Ranger. E che dire di quelle Eko che campeggiano in mezzo ai Jackson Five? O di quelle imbracciate da Pete Townshend e Roger Daltrey degli Who? Per non parlare degli italiani Lucio Battisti, Adriano Celentano, Caterina Caselli, Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Rita Pavone, Gianni Morandi, Ivan Graziani, Edoardo Bennato, Pino Daniele, Ron, o anche più recentemente Nek, Biagio Antonacci, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Ma anche Stef Burns, chitarrista di Vasco suona Eko. Così come Massimo Varini, grande musicista e docente, che di alcuni modelli di chitarra è anche ideatore.


La storia


Un marchio insomma che ha fatto la storia ed è stato protagonista anche di un’evoluzione sociale del nostro territorio. Dagli anni ’60, fino poi ai ’70 e ’80, a Recanati non era raro incontrare i più noti musicisti, gruppi e cantanti del momento. Oggi il Gruppo Eko ha deciso di tornare a produrre chitarre in modo massiccio e si trova tra i primi gruppi nella distribuzione di strumenti musicali in Italia. «Rivoluzionando completamente la realtà rurale dell’epoca – ricorda l’amministratore delegato Stelvio Lorenzetti –, Oliviero Pigini ha il merito di aver formato liutai, musicisti e operai nel rispetto della sua iniziale idea vincente: mettere chiunque nella condizione di permettersi uno strumento musicale di qualità e di studiare la musica». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico