Caterina Cropelli al teatro di Porto San Giorgio il 30 dicembre con "In queste stanze piene"

Caterina Cropelli al teatro di Porto San Giorgio il 30 dicembre, da X Factor a Spotify la cantautrice presenterà “In queste stanze piene”
È partita dalla Val di Sole, in Trentino, passando per X Factor e totalizzando 3 milioni di ascolti su Spotify con il suo disco di esordio nel 2020. La cantautrice Caterina...

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È partita dalla Val di Sole, in Trentino, passando per X Factor e totalizzando 3 milioni di ascolti su Spotify con il suo disco di esordio nel 2020. La cantautrice Caterina Cropelli, sarà al teatro di Porto San Giorgio venerdì 30 dicembre alle 21 (e non a Fermo oggi come annunciato), con “In queste stanze piene”, il suo secondo lavoro in studio uscito il 25 novembre scorso.


Caterina, perché il titolo “In queste stanze piene”?
«Alla fine del disco, ho sentito l’esigenza di casa. La nomino, del resto, in quasi tutti i miei brani, e mi piaceva anche per la sua idea di pienezza».

 
Quanto piene e di cosa?
«Le stanze sono piene di questi ultimi due anni, e di molto altro, delle cose che mi sono capitate. In questo disco ha trovato spazio anche “Sempre più piccola”, il primo brano che ho scritto in assoluto, che parla dei Dca (disturbi del comportamento alimentare) di cui ho sofferto. Ha avuto spazio in quest’album».


Lei scrive le sue canzoni, ma due brani non li ha composti, come si è trovata?
«Innanzitutto devo dire che io scrivo le mie canzoni parlando di me, della mia vita e di quello che succede intorno a me. Scrivo io di base, può succedere al massimo che correggiamo qualche parola, facciamo qualche aggiustamento con la produzione. I due brani scritti da Giò Evan (Groenlandia) e Anansi (Casa Mia) li considero due regali, che loro mi hanno fatto quasi per caso. Con Anansi avevo collaborato nel mio primo disco, poi mi ha fatto sentire Casa mia, dedicata ad un nonno che non c’è più e ho pensato alla mia di nonna. Ho incontrato Giò Evan aprendo una sua data, ci siamo rivisti diverse volte, e poi mi ha regalato Groenlandia, che l’ho proprio sentita cucita addosso e se vogliamo dove parla anche di casa e stanze».


Quale brano sente “più suo”?
«Sono tutte mie. Faccio fatica a cantare cose che non sento. Però alcune, forse, sono un po’ “più mie” di altre, come Causa affetto, dove racconto la crisi dei 25 anni, o La vita davanti, un bel riassunto di vita».


Cosa diresti ai giovani che saranno ad ascoltarla il 30 dicembre a Porto San Giorgio?
«Spero che le mie canzoni possano aiutarli. Mi sento di dire “trovate quello che vi piace e lottate per farlo, provateci”. Io ci sto provando a vivere di musica, e se non trovate subito la vostra strada non arrendetevi, andate sempre avanti».


Quando ha capito che la musica sarebbe stata la sua strada?
«Fin dall’asilo, lo sentivo da sempre. Dicevo da piccola e da ragazzina “io da grande voglio fare la cantante”. Tutti però mi ridevano in faccia, persino le insegnanti a scuola. Invece eccomi qua, a presentare il mio secondo disco».


Dalla Val di Sole a X Factor e tutto il resto: difficile affermarsi arrivando dalla provincia?
«Ogni cosa ha le sue difficoltà! Non ho mai visto la provincia come un limite. Io amo la natura e le montagne, mi rilassano molto, cerco sempre i “miei” spazi verdi (che in questi giorni però sono bianchi), e non riuscirei proprio a stare in una città. Non vedo, ripeto, che la provincia sia un limite. Basta prendere una macchina e si può andare dovunque».


Un saluto ai marchigiani?


«Non conosco vostre frasi tipiche, quindi do un bacio grande a tutti!». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico