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La leggenda si racconta. La città abbraccia Carlo Mazzone. Il teatro Ventidio Basso è la prestigiosa cornice dell’evento dedicato a uno dei più grandi allenatori di calcio della storia. Va in scena la proiezione del docufilm “Come un padre”. Lui, il mito, fa solo capolino da un palco per salutare alla fine della serata. Ed è un tripudio. «È una grande emozione per me vedere così tanta gente. Ringrazio tutti. Mio marito è innamorato di Ascoli», rivela Maria Pia, moglie di Carlo. «Uno dei momenti più importanti da quando sono sindaco. Carletto è il vero padre degli ascolani», dichiara il sindaco Marco Fioravanti conferendo la cittadinanza onoraria a Mazzone. Tra i tanti ci sono Enrico Nicolini, Beppe Iachini e lo storico ex Nardi.
L’omaggio
«Parlare di Carlo è facile: con lui nove anni fantastici.
La storia
Nato a Roma il 19 marzo 1937, arriva sulle sponde del Tronto nel 1960 come giocatore. E poi il destino. È il 3 marzo 1968, è il giorno del derby tra Ascoli e Samb: Mazzone termina la gara con la tibia destra fratturata. La carriera è a rischio. Fino a quando non arriva lui: Costantino Rozzi. Il presidentissimo lo vuole alla guida delle giovanili del suo Ascoli. E poi l’arrivo in prima squadra. Con lui alla guida il Picchio vola dalla serie C alla B, fino alla prima, storica promozione in serie A nel 1974. Il tecnico resta in bianconero fino al 1975. Tornerà all’ombra delle cento torri nel 1980 e per altre cinque stagioni lascerà il segno. Poi di nuovo su e giù su tante panchine. Ma ad Ascoli c’è la sua famiglia, qui c’è la sua casa. Non si vede bene che col cuore, solo lui conosce tutte le cose. E Carlo, ascolano tra gli ascolani, non lo ha mai dimenticato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico