Mister Carlo Mazzone sale a sorpresa sul palco: è "Come un padre" anche per gli ascolani

"Come un padre", folla e commozione ad Ascoli per il docufilm dedicato a Carletto Mazzone che a sorpresa è poi salito sul palco
"Come un padre", folla e commozione ad Ascoli per il docufilm dedicato a Carletto Mazzone che a sorpresa è poi salito sul palco
di Marco Vannozzi
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Lunedì 31 Ottobre 2022, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 15:45

La leggenda si racconta. La città abbraccia Carlo Mazzone. Il teatro Ventidio Basso è la prestigiosa cornice dell’evento dedicato a uno dei più grandi allenatori di calcio della storia. Va in scena la proiezione del docufilm “Come un padre”. Lui, il mito, fa solo capolino da un palco per salutare alla fine della serata. Ed è un tripudio. «È una grande emozione per me vedere così tanta gente. Ringrazio tutti. Mio marito è innamorato di Ascoli», rivela Maria Pia, moglie di Carlo. «Uno dei momenti più importanti da quando sono sindaco. Carletto è il vero padre degli ascolani», dichiara il sindaco Marco Fioravanti conferendo la cittadinanza onoraria a Mazzone. Tra i tanti ci sono Enrico Nicolini, Beppe Iachini e lo storico ex Nardi.

 
L’omaggio


«Parlare di Carlo è facile: con lui nove anni fantastici. Ma è anche difficile, perché ogni volta mi commuovo. Ha allenato tanti campioni. Ma sono stato il suo uomo di calcio. Sono stato il suo scudiero», racconta Nicolini. «Non potevo mancare questa sera. Rendo omaggio ad un grande uomo», aggiunge Iachini. Carletto ha allenato per quasi 40 anni e stabilito un record nella storia del calcio italiano con le sue 1.278 panchine.

Come tecnico detiene anche il primato di presenze in Serie A, con 795 panchine ufficiali. E tanti sono i campioni pronti a rendergli omaggio come Baggio, Pirlo, Guardiola, Totti. Proprio lo storico capitano giallorosso si fa anche sentire attraverso i suoi profili social. «Ti sarò per sempre grato perché mi hai fatto crescere come calciatore e come uomo. Oggi tutti potranno conoscere la splendida storia di un uomo come te. Sei sempre nel mio cuore, sai quanto ti voglio bene», scrive Totti. Al Ventidio scorrono le immagini, viaggiano i ricordi. Le lacrime e gli applausi si prendono la scena. Ecco la storia di Carlo Mazzone. Ecco la sua voce calda, forte e piena di emozione.


La storia


Nato a Roma il 19 marzo 1937, arriva sulle sponde del Tronto nel 1960 come giocatore. E poi il destino. È il 3 marzo 1968, è il giorno del derby tra Ascoli e Samb: Mazzone termina la gara con la tibia destra fratturata. La carriera è a rischio. Fino a quando non arriva lui: Costantino Rozzi. Il presidentissimo lo vuole alla guida delle giovanili del suo Ascoli. E poi l’arrivo in prima squadra. Con lui alla guida il Picchio vola dalla serie C alla B, fino alla prima, storica promozione in serie A nel 1974. Il tecnico resta in bianconero fino al 1975. Tornerà all’ombra delle cento torri nel 1980 e per altre cinque stagioni lascerà il segno. Poi di nuovo su e giù su tante panchine. Ma ad Ascoli c’è la sua famiglia, qui c’è la sua casa. Non si vede bene che col cuore, solo lui conosce tutte le cose. E Carlo, ascolano tra gli ascolani, non lo ha mai dimenticato.

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