OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Su il sipario sulla stagione di prosa del Teatro Rossini di Civitanova Marche, voluta da Comune e Amat. Alle 21,15 di oggi, domenica 17 dicembre, sul palco arriverà Lodo Guenzi, protagonista in “Trappola per topi”, di Agatha Christie, con la traduzione e adattamento teatrale di Edoardo Erba, per la regia di Giorgio Gallione (info: 0733812936).
Il classico
In scena ormai da settant’anni, tanto il tempo passato dalla prima assoluta, nel 1952, all’Ambassadors Theatre di Londra, “Trappola per topi” è ormai un classico della letteratura teatrale, con le vicende che si snodano nella pensione Monkswell manor, tipica delle campagne inglesi. Arrivano i primi ospiti, la pensione rimane bloccata in una tormenta di neve, arriva un sergente di polizia per proteggere i presenti da un assassino che vuole colpire di nuovo. Poco dopo uno degli ospiti viene ucciso e si sviluppa tutto il resto della storia.
«La trama è ferrea e incalzante – spiega il regista Gallione – piena di suspense e ironia, nella quale si muovono personaggi mai come stereotipi, ma piuttosto creature bizzarre e ambigue, che permettono, nella messa in scena, di fare quello che cerco nel mio lavoro, ovvero un mix di rigore ed eccentricità».
I conflitti
I personaggi di “Trappola per topi” nascono nella loro epoca, quella di Christie, ma, aggiunge il regista, «credo che siano vivi e rappresentabili anche oggi perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole». Maschere sociali, quindi, così almeno le definisce Guenzi che alla lettura del testo dice che «c’è una forte componente inerente alle maschere sociali, che hanno finito per imprigionare coloro che le indossano. I protagonisti hanno subito traumi e la maschera indossata da ciascuno di loro è esasperata, e questo ha molto in comune con la nostra epoca». Un’epoca fatta di social network e, osserva Guenzi, invece di «celare questi traumi, oggi sul web vengono indossati e pure rivendicati. Quelli che non sono gli assassini sono coloro che non si arrendono alla vita e superano il trauma. Chi, invece, il trauma se lo porta dietro per tutta la vita ammazza gli altri».
É particolarmente emblematica la scelta di Lodo Guenzi, che per Gallione offre imprevedibilità ed esattezza allo stesso tempo. E Guenzi, spiega anche che nella costruzione del personaggio aveva avuto «la tentazione di svilupparlo sul segreto che si porta dentro. Invece questa parte richiede molto controllo. Rispetto a quello che faccio di solito è la prima volta che il personaggio richiede di usare marce basse a lungo, diversamente finirebbe lo spettacolo. Di fatto devo tenere le redini, ma non ero abituato a farlo».
I film
Frontman de Lo Stato Sociale e influencer, Guenzi è anche attore. Il pubblico marchigiano in particolare lo ricorda al cinema, soprattutto nel film “Criminali si diventa”, dove interpreta Arduino, che aiuta i protagonisti nella costruzione del furto di un’opera d’arte attorno alla quale ruota tutta la trama della pellicola interamente girata nelle Marche. L’ultimo film a cui ha preso parte è “La quattordicesima domenica del tempo ordinario” di Pupi Avati e un’altra pellicola è annunciata con lo stesso regista.
Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico