Cassini su “I predatori” di Castellitto: «Prova super di Montanini»

Dario Cassini a Civitanova davanti alla locandina del film "I predatori"
CIVITANOVA - Una delle poche proiezioni prima che per effetto del Dpcm si chiudessero le porte dei cinema è stata quella del film “I predatori” di Pietro...

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CIVITANOVA - Una delle poche proiezioni prima che per effetto del Dpcm si chiudessero le porte dei cinema è stata quella del film “I predatori” di Pietro Castellitto, che ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura nella categoria Orizzonti al Festival del cinema di Venezia. È uscito nelle sale lo scorso 22 ottobre e per la prima proiezione al Cecchetti di Civitanova Marche, è arrivato uno dei protagonisti, Dario Cassini. Il film, in cui c’è pure il fermano Giorgio Montanini, è stato scritto e diretto da Pietro Castellitto, che ha anche recitato, e vede la partecipazione di Massimo Popolizio. 


Nel film Cassini fa il medico, è ortopedico per la precisione, e dell’opera prima del figlio di Sergio Castellitto parla di «un’occasione importante per il cinema italiano e per gli italiani». Il motivo? «Sembra scritto dopodomani» prosegue Cassini, napoletano con la passione per le Marche: ha anche comprato casa sulla riviera del Conero. «Pietro Castellitto ha avuto questo “fulmine” di voler raccontare le due grosse fazioni sociali in Italia: l’estrema destra periferica qui vista ad Ostia come a Roma – la sua analisi –. Tuttavia, qualsiasi città italiana ha quel punto in cui la delinquenza prende un colore umano». Entrando nello specifico del film, il comico napoletano parla delle due famiglie protagoniste del film come di «una struttura fascista che non si salva, così come non si salva nemmeno la borghesia alta, quella culturale». E cita qui il personaggio della mamma, che è una regista, il papà, interpretato da Massimo Popolizio, che fa il chirurgo, ed è collega del personaggio interpretato da Cassini (l’ortopedico). «Non voglio anticiparvi di più – dice - per un incidente la storia delle due famiglie viene ad incontrarsi» e da lì si sviluppa tutta la storia. 
Da amante delle Marche come è, Dario Cassini si è trovato a lavorare con Giorgio Montanini, marchigiano (fermano) doc, comico anche lui, alle prese con un personaggio antitetico rispetto alla sua natura. «Giorgio ed io non ci incontriamo spesso, ma siamo amici – dice Cassini parlando dell’attore fermano –. Qui ne “I predatori” è stato molto bravo a recitare nella parte del componente della famiglia di destra. Ha portato nella finzione del film sofferenza e dolore veri, è stato davvero capace». Complimenti anche al resto del cast, tranne il personaggio del medico ortopedico: «Di me sospendo il giudizio, lo lascio al pubblico».

Non fa i complimenti a se stesso, ma li fa al film nel suo complesso, che definisce «bellissimo». Di sé parla dell’esperienza vissuta interpretando il suo ruolo. «Sono contento del ruolo drammatico – dice – di solito faccio ridere ma qui gli spettatori avranno una sorpresa». Ora le porte dei cinema sono chiuse, ma quando si riapriranno sicuramente sarà valido il suo invito di qualche giorno fa: «Il pubblico sostenga il cinema (e il teatro) e gli artisti sostengano il pubblico». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico