SAN BENEDETTO - Dopo il successo di San Benedetto arriva a Senigallia "Cinecittà". Domani (23 aprile) si replica al Teatro La...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Domani (23 aprile) si replica al Teatro La Fenice di Senigallia “Cinecittá” lo spettacolo musicale"- non un musical - che ha giá ipnotizzato il pubblico di San Benedetto. Sul palco di un PalaRiviera gremito oltre ogni limite di posti, Christian De Sica ha portato tutto l'orgoglio italiano di un luogo, unico al mondo, che può competere con Hollywood; si é regalato una laurea honoris causa in "cinepanettonologia" insistendo sull'arrivederci a Natale e ha attraversato tutta la storia del mitico "Studio 5" dove arrivò bambino e poi é restato faticosamente dalla gavetta al successo conclamato.
Nello spettacolo trova posto anche lo struggente ricordo del padre Vittorio con un aneddoto - alla vigilia del 25 Aprile - su come egli riuscí a salvare tanti ebrei, gay e perseguitati rifiutando le lusinghe del gerarca nazista Goebbels e accettando piuttosto di girare un film commissionato dal Vaticano "Miracolo a Loreto" che non vide mai la fine ma fu "esso stesso il miracolo- ha raccontato - permettendo di nascondere nella chiesa di San Paolo fuori le mura così tante persone".
E se l'acme dello spettacolo lo riserva a "zio" Alberto Sordi sempre raccontando gustosi retroscena del loro rapporto, il "vaffa" liberatorio è indirizzato alla voce fuori campo di Fellini (magistralmente interpretata da Alessio Schiavo) che lo rimprovera dall'alto. Lui, attore, crooner e mattatore, per due ore ha dato il meglio di sé, esaltando, divertendo, coinvolgendo il pubblico anche scendendo in platea accompagnato da un cast all'altezza: il direttore d'orchestra Marco Tiso, lo scatenato corpo di ballo e poi i giovani colleghi Daniela Terreri e Daniele Antonini. Con questi ultimi - e Schiavo - ha anche creato un demenziale siparietto prima come aspirante attore e poi come regista per sbertucciare il mondo dei provini.La regia di Giampiero Solari e le coreografie di Franco Miseria, hanno fatto il resto in questo viaggio dal neorealismo passando per il Grande Fratello - che si svolge tuttora a Cinecittá - al "Truman Show" finale all'interno del quale si ritrova a propria insaputa.
Ma il messaggio che ha inteso lasciare risulta immortale: "Il cinema ha energia che trasforma la realtà. Abbiamo bisogno di sognare". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico