I pesaresi Cheap Wine scelgono il crowdfunding per il nuovo album “Yell”, la copertina è di Baronciani

La copertina dell'album "Yell"
PESARO - I Cheap Wine festeggiano i loro 25 anni con un nuovo crowdfunding (sul sito www.cheapwine.net) per il loro 14esimo album, “Yell”. La band pesarese,...

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PESARO - I Cheap Wine festeggiano i loro 25 anni con un nuovo crowdfunding (sul sito www.cheapwine.net) per il loro 14esimo album, “Yell”. La band pesarese, capitanata dai fratelli Marco (chitarra e voce) e Michele Diamantini (chitarra) e formata anche da Alessio Raffaelli alle tastiere, Andrea Giaro al basso e Alan Giannini alla batteria, vanta 25 anni di autoproduzione per un rock puro e sincero e 25 anni dall’uscita di Pictures, il primo disco ufficiale che venne pubblicato nel 1997.

 

Una scelta di totale libertà, che ha permesso al gruppo di costruire un percorso artistico spontaneo, dettato esclusivamente dal loro personalissimo gusto. La copertina del nuovo album porta la firma di un altro musicista e illustratore pesarese, Alessandro Baronciani.


Chiediamo al front man, Marco Diamantini, come nasce e quali le suggestioni di questo nuovo album? 
«Non parla di pandemia, ma diciamo che l’atmosfera di questi ultimi due anni è stata cupa, oggi addirittura appesantita dalla guerra. Questo album vuole essere una reazione: secondo noi non è il momento di fare un disco crepuscolare o troppo intimista, anche se sono territori che ci piacciono e abbiamo frequentato in passato. Abbiamo però voluto dare positività e forza di reazione: abbiamo bisogno di colori e ottimismo, anche se è difficile».


L’umore è quello positivo, quindi?
«L’unico modo per rialzarsi è buttare fuori tutte le nostre energie: l’idea è quella di un urlo liberatorio, ma anche di auto-incoraggiamento. Ci sono un paio di momenti di riflessione, ma l’atmosfera ricalca il concetto di resistere, reagire più che altro e non subire passivamente». 


La musica dei Cheap Wine, in questi anni, è sempre stata in continua evoluzione e, per quanto “fedeli alla linea”, ogni disco ha sfumature diverse?
«Questo è un disco molto rock, energetico. Se già Faces era dinamico, questo lo è ancora di più. Un rock puro, tirato, che vuole spingere a urlare, in senso liberatorio. Un disco da mettere su quando si vuole disturbare il vicino (scherza, ndr), uno di quelli che fa vibrare i finestrini dell’auto». 


Inoltre c’è la firma di Alessandro Baronciani sulla copertina?
«È una scelta a cui teniamo molto. Da sempre la nostra band ha favorito collaborazioni con talenti “locali”. Non si tratta di stupido campanilismo, ma sottolinea quanta ricchezza e bellezza abbiamo intorno. Da Francesco Zanotti a Serena Riglietti, da Giuliano del Sorbo a Federico Pazzi, compreso Claudio Tacchi che dovrebbe curare anche il prossimo video. Sono pesaresi riconosciuti non solo a livello nazionale, ma forse un po’ meno in “patria”».


Perché aderire al crowdfunding e quando sarà possibile ascoltarvi dal vivo? 


«Perché arriva un mese prima ai fan; perché i nomi di chi ha aderito vengono riportati all’interno della copertina, ma, soprattutto, per sostenere un qualcosa che altrimenti non potrebbe esistere. È rivolto a chi apprezza la nostra musica e ne rispetta il valore. Sui concerti vedremo, uscirà a settembre e speriamo si possa ricominciare a frequentare i locali di musica».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico