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L’obiettivo
«Uno degli obiettivi del gruppo è quello di cercare di attirare l’attenzione di un pubblico giovane. Ma poi ci accorgiamo che riusciamo a coinvolgere un po’ tutte le fasce d’età, i neofiti e chi ha un orecchio più esperto. Tutti restano attenti e concentrati durante il concerto e riescono a divertirsi», osserva Petrella, uno dei musicisti più innovativi della scena musicale italiana e internazionale. Tra i più talentuosi e riconoscibili trombonisti al mondo, Petrella è in grado di parlare a generazioni diverse, al pubblico jazz così come ai devoti della club culture. «Alcuni colleghi tralasciano questo aspetto che secondo me è molto importante per poter garantire un ricambio generazionale del pubblico che segue il jazz» prosegue Petrella. «L’approccio musicale deve essere diverso rispetto ad un jazz che può risultare perfino noioso al giovane o al neofita.
La scaletta
Ecco che la Cosmic Renaissance (Gianluca Petrella al trombone, tastiere e elettronica; Mirco Rubegni alla tromba; Simone Padovani alle percussioni; Federico Scettri alla batteria e Riccardo Di Vinci al basso elettrico) suona una musica per tutti. Non a caso il titolo dell’ultimo lavoro della band (ottobre 2021) si intitola “Universal Language”. «Inizialmente la Cosmic Renaissance non aveva molte regole quando si esibiva dal vivo. Ora il concerto è più strutturato. C’è una scaletta che riprende i brani dell’ultimo album, per cui il live risulta più fluido e costante» osserva il musicista pugliese che dice la sua sull’attuale diffusione musicale, sempre più digitale. «La musica digitale ha appiattito i gusti delle persone, favorendo un approccio non corretto all’ascolto. Oggi un album non si ascolta quasi mai dall’inizio alla fine. E anche un brano spesso non viene sempre ascoltato completamente. Si scrolla continuamente. Abbiamo un ascolto convulso generato dalle piattaforme che sfornano centinaia di migliaia di brani al giorno. Non tutti vengono ascoltati e non tutti sono composti da musicisti. E c’è anche l’intelligenza artificiale. Per comporre – conclude Petrella - più che conoscere le note e la musica basta sapersi muovere all’interno di un software. Resistiamo, musicisti e appassionati, grazie alla cultura musicale».
Il gran finale
Quello della Cosmic Renaissance, l’evento è in collaborazione con il Festival dell’Appennino, è il penultimo concerto della rassegna JazzAP che si chiuderà a Monsampolo domenica 30 luglio con Tony Momrelle. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico