“Salveremo il mondo prima dell’alba” da domani a domenica Alle Muse di Ancona. Carrozzeria Orfeo indaga miliardari affetti da dipendenze

Salvare il mondo. L'utopia, o la promessa, sta nel titolo dell'ultimo lavoro di Carrozzeria Orfeo, “Salveremo il mondo prima dell'alba”. È prodotto da Marche Teatro, con il Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova e Fondazione Teatro di...
Salvare il mondo. L’utopia, o la promessa, sta nel titolo dell’ultimo lavoro di Carrozzeria Orfeo, “Salveremo il mondo prima dell’alba”. È...

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Salvare il mondo. L’utopia, o la promessa, sta nel titolo dell’ultimo lavoro di Carrozzeria Orfeo, “Salveremo il mondo prima dell’alba”. È prodotto da Marche Teatro, con il Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova e Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto - Teatro Dimora/La Corte Ospitale”. Debutta domani al teatro delle Muse di Ancona alle 20,45, e sarà replicato fino a domenica (ore 16,30). Scritto da Gabriele Di Luca, che ne è il regista con Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi, è interpretato da Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati, con musiche originali di Massimiliano Setti, scenografia e luci di Lucio Diana, costumi di Stefania Cempini. 

I protagonisti

Per una volta, uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo non ha come protagonisti gli ultimi della terra, sbandati e senzatetto, ma miliardari affetti da diverse dipendenze, che hanno trovato rifugio in una rehab di lusso. «Massimiliano Setti mi ha suggerito – rivela Gabriele Di Luca – di prendere in considerazione, per una volta, quelli che passano per i carnefici dei poveri. Quel 3% della popolazione mondiale che detiene il 90% della ricchezza: i ricchissimi, umanamente poveri, distrutti dal potere della ricchezza; indotti, dal soddisfacimento, fino alla saturazione, di ogni bisogno primario, a cercare soddisfacimento in nuove frontiere del piacere. Dipendenze devastanti, che vanno dalla ludopatia alle dipendenze sessuali, ma anche emotive e farmaceutiche, da ansiolitici. Fungono, come mi ha confermato la psicologa Maria Chiara Gritti, da riparazione di una ferita profonda, che li ha lacerati fin da bambini».Parliamo di patologie o di una deriva della way of life contemporanea? «La scienza dice – continua Di Luca - che questa società della performance ci spinge a essere competitivi fino alla patologia: il 62% della popolazione mondiale sarebbe sottoposta a uno stress costante. Si cercano nuovi stimoli, che inducono facilmente in dipendenze da sostanze e attività, sulle prime rassicuranti, poi compulsive».

Ogni riferimento a Musk 

Ogni riferimento alle recenti rivelazioni sulle dipendenze di Elon Musk è puramente casuale? «Non solo a lui. Ce ne parla, indirettamente, lo stesso Yuval Noah Harari, nel suo libro “Homo deus”: la pretesa dei super-ricchi di diventare longevi grazie a protesi artificiali, che solo loro possono permettersi, è circolo vizioso. A questo riguardo è stata per me preziosa la consulenza del filosofo Andrea Colamedici». La sfida della miglior performance rende schiavi più di ogni regime. Come se ne esce, Gabriele Di Luca? Riusciranno, i nostri sei eroi, a salvare il mondo prima dell’alba? «Non rinuncio mai a rintracciare un senso nell’umanità. Le illusioni, che definisco illuminate, ci proteggono, ci permettono di ritrovare il contatto con la realtà. È utile, come diceva Sartre, avere un progetto chiaro, da realizzare: assumersi una responsabilità, individuale, ma con la solidarietà di altri, non salverà il mondo, ma può essere un passo avanti. In questo spettacolo, senza fare spoiler, saranno le fake news a determinare una svolta».

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Corriere Adriatico