Bebe Vio e la lezione di vita in tv «Volevo uccidermi, poi mio padre...»

Bebe Vio e la lezione di vita in tv: "Volevo uccidermi, poi mio padre..."
Solare, divertente e mai banale: Beatrice Vio è una di quelle persone da cui è possibile solo apprendere vere e proprie lezioni di vita. Risulta quasi scontato...

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Solare, divertente e mai banale: Beatrice Vio è una di quelle persone da cui è possibile solo apprendere vere e proprie lezioni di vita. Risulta quasi scontato affermare che una ragazza come lei sappia sorridere alla vita, ma 'Bebe' ha qualcosa di speciale che la rende semplicemente irresistibile e nell'intervista a Fabio Fazio, durante 'Che tempo che fa', lo ha dimostrato ancora una volta. E i telespettatori sono letteralmente impazziti: in tanti la vogliono co-conduttrice al prossimo festival di Sanremo.

 





«Dopo l'amputazione delle braccia, ho pensato al suicidio e lo dissi anche ai miei genitori» - racconta la schermitrice paralimpica veneziana, disabile dopo aver sofferto di meningite e diventata anche testimonial dell'importanza dei vaccini - «Mio padre, allora, decise di darmi corda dicendomi che se avessi voluto, mi avrebbe lanciata dalla finestra. Lì ho capito che 'la vita è una figata'». Il riferimento, fin troppo chiaro, è al titolo del programma di cui è protagonista e che andrà in onda su RaiUno da domenica prossima alle 17.45.

 





Dagli argomenti più difficili a quelli più 'leggeri', il registro e la positività di Bebe Vio non cambiano: «A 4 anni ho iniziato a fare ginnastica artistica, ma poi ho lasciato perché non si vinceva niente. Lo sport per me è divertimento, si dovrebbe praticare solo se si ha ansia di gareggiare. Mio nonno è quello bravo a pavoneggiarsi, per questo è lui a custodire le mie medaglie».

 





Tanta anche l'autoironia di una ragazza fuori dal comune: «Sì, sono di fatto un membro della Polizia di Stato e sono stata bocciata due volte all'esame della patente: non si può sentire! A Rio sono stata la prima atleta a gareggiare senza il braccio armato: ho dovuto rompere le palle per far cambiare la categoria di scherma. Se non avessi superato l'esame di maturità, non sarei mai andata alle Olimpiadi. Ora vorrei studiare Scienze della Comunicazione a Roma».

 





La grande popolarità ottenuta con le vittorie a Rio l'hanno anche portata ad essere una fortunata testimonial un po' ovunque, Onu compresa. E sul selfie con Barack Obama, Bebe spiazza tutti così: «Un momento indimenticabile, storico. Il più sciolto e naturale con i selfie, tra le autorità istituzionali, è però il presidente Mattarella».

 





La regia cerca poi di farla piangere, ma l'unico modo per riuscirci è stato quello di mostrare a Bebe le immagini dei successi a Rio 2016: l'accostamento tra il suo urlo e quello di Marco Tardelli ai Mondiali 1982 è da pelle d'oca. Poco dopo, però, c'è di nuovo spazio per ironia e risate: «Essere disabile è molto comodo: ho il cinema gratis, il parcheggio riservato e ogni volta che ho un braccio nuovo, lo mostro come fosse un orologio. Mi piacerebbe avere il movimento della mano della regina Elisabetta: quasi quasi lo chiedo per il prossimo braccio...».

 





L'ultima lezione, che ha conquistato tanti telespettatori e utenti sul web, Bebe la impartisce così: «Se un disabile la prendi come una persona delicata non lo fai andare da nessuna parte. Invece devi trattarlo come persona, e basta».


 
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Corriere Adriatico