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Il servizio
È attivo - informa Vivavoce - un numero WhatsApp gestito dall’associazione, Voice Help, che permette a chi soffre di problemi legati alla voce o a chi subisce episodi di voice shaming o ne è testimone di segnalare il disagio proprio o altrui, ricevendo un supporto psicologico gratuito da un’équipe medica specializzata. Vivavoce elenca e motiva i fake più diffusi sulla balbuzie e su chi ne soffre. Primo falso mito: «chi balbetta è ansioso e timido. Chi balbetta non è necessariamente una persona ansiosa - precisa l’associazione - anche se è vero che spesso vive in uno stato d’ansia significativamente maggiore.
I comportamenti in famiglia
Terzo falso mito: «la balbuzie è causata dal comportamento dei genitori. Spesso è vissuta dai genitori con senso di colpa, come se fosse la conseguenza di un particolare stile educativo da parte del genitore, ma non è così - assicura Vivavoce -. La balbuzie non è un disturbo a origine psicologica, ma ha cause neurologiche legate al controllo motorio del linguaggio». Quarto: «la balbuzie è causata dall’ansia. Chi balbetta molto spesso conosce già la situazione o le parole su cui si bloccherà, e questo genera in lui naturalmente uno stato di ansia e di stress. Ansia e stress sono perciò conseguenti all’insorgere della balbuzie. Non ne sono la causa, anche se possono certamente aumentarne l’intensità». Fake numero cinque: «la balbuzie è sintomo di minore intelligenza. Non ci sono connessioni di alcun genere tra intelligenza e balbuzie. Questo è uno dei falsi miti più pericolosi - avverte l’associazione - perché genera pregiudizi e comportamenti discriminatori che possono peggiorare la qualità della vita di chi balbetta, spesso rendendolo vittima anche di voice shaming». Sei: «la balbuzie si impara per imitazione. La balbuzie non è contagiosa. Numerosi studi hanno confermato invece l’esistenza di una componente genetica. Esiste quindi una familiarità, ma non si tratta di un fenomeno imitativo».
La guarigione
Settima credenza da smontare: «la balbuzie passa da sola. Nell’88% dei casi la balbuzie scompare da sola entro il sesto anno di vita, e si parla in questo caso di remissione naturale, ma nel restante 12% si cronicizza e per essere sconfitta necessiterà di un percorso riabilitativo multi-fattoriale che andrà ad agire sulle diverse componenti che influiscono su questo fenomeno cognitivo così complesso».
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Corriere Adriatico