L'illustratore, disegnatore e umorista ascolano Domes investe sulla sua dimensione musicale e porta in tour lo spettacolo “Wuhan Tu Tli – Strips, rumors & blues”

L’ascolano Domenico Meloni in arte Domes
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ASCOLI - Ama definirsi “Di-sognatore” perché mette da sempre all’interno del suo ricco universo artistico la vivacità, la speranza, la comunicazione, la condivisione e l’ottimismo che da sempre lo contraddistinguono. Senza mai abbandonare la satira inesauribile presente in ogni sua creazione. È l’ascolano Domenico Meloni in arte Domes, da 40 anni uno dei personaggi più estrosi e duttili nati e cresciuti nelle Cento Torri.

 

Dopo essersi imposto negli ultimi decenni a livello nazionale come illustratore, disegnatore e umorista, ha deciso di investire sulla sua dimensione musicale. Il risultato è lo spettacolo “Wuhan Tu Tli – Strips, rumors & blues”, portato sotto i riflettori del foyer del Ventidio Basso e al centro di un tour teatrale che è pronto ad affrontare molte tappe nel centro Italia. Un recital in cui il blues arricchisce testi pieni di poesia e di umorismo, grazie anche all’apporto dell’amico musicista, Gianni Cesaroni, il cui sodalizio va avanti dai tempi lontani di militanza in gruppi quali “Chugghia Brothers” e “Sincasi Blues Band”. Uno spettacolo che nasce, per sua stessa ammissione «per fare fronte alla malattia senza fare uso di psicofarmaci» e che viene portato in scena parallelamente all’uscita della sua nuova pubblicazione, “Coronalibrus”. 
Il recital


Si tratta di un recital ora divertente ora malinconico, tra battute, metafore e racconti, in cui Domes si esprime anche attraverso il dialetto ascolano, allo scopo di ribadire l’importanza dell’inizio del suo percorso, anche ora che non abita più nelle Marche. Sia il lavoro live che il libro, sono venuti alla luce durante quella che lui ha chiamato la prigionìa del Covid che gli ha permesso di tirar fuori, tra disegni, canzoni e narrazioni, quella sempiterna irriverenza che lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Il libro raccoglie una selezione delle 400 vignette realizzate nell’ultimo anno e mezzo. Un progetto editoriale che, nei temi, si interseca perfettamente nello show di cui è protagonista, dove si cimenta in una prova d’artista geniale e impudente, spesso irresistibile, talvolta tragica, durante la quale emergono le riflessioni sulle conseguenze del Covid. «In questo modo intendo liberare la musica dell’anima per eccellenza che è la risata, tentando di attenuare così nell’ascoltatore e nel lettore il disagio e la solitudine in cui è stato trascinato dalla pandemia», spiega Domes, che è riuscito negli ultimi anni a recuperare quella condizione di poeta che da ragazzo non riusciva ad accettare. «Il Coronalibrus comprende una parte delle vignette realizzate tra il marzo 2020 e l’aprile 2021con l’ausilio di uno smartphone e mi ha permesso di sopperire alle tante mancanze, sociali e affettive», aggiunge, certo in questo modo di voler compensare facendo arte. E lo stesso vale per la performance “Wuhan Tu Tli – Strips, rumors & blues”, in cui Domes racconta la vita mediante la musica, con quel misto di pathos, paradosso e sarcasmo necessari per affrontare le conseguenze emotive dei grandi traumi sociali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico